ROMA. La superficie ghiacciata della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko evapora e si ricompone ogni 'giorno': il ghiaccio evapora con i primi raggi di Sole e si riforma nelle ore di buio grazie alla risalita di vapore dall'interno. A scoprirlo sono stati i ricercatori italiani coordinati da Maria Cristina De Sanctis, dell'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziale dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), il cui lavoro pubblicato su Nature svela i meccanismi che alimentano l'attività della cometa. «È la prima volta che osserviamo su una cometa fenomeni che variano nel tempo, ossia dei cicli ricorrenti», ha spiegato la ricercatrice italiana. A rivelarli è stato lo strumento Virtis, sviluppato dall'Inaf e realizzato da Selex Es (gruppo Finmeccanica) grazie al contributo dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), che si trova a bordo della sonda Rosetta, dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa). Si tratta di un sottile strato di ghiaccio che sublima (evapora senza passare dallo stato liquido) quando viene scaldato dal Sole e che si rigenera nelle ore fredde alimentato dal vapore che risale dagli strati più interni. «È un meccanismo di 'ricarica' - ha spiegato - che alimenta le emissioni della cometa. Se non esistesse questo meccanismo non vedremmo emissioni, il ghiaccio rimarrebbe confinato negli strati più profondi e freddi». La scoperta è stata fatta grazie ai dati presi da Rosetta quasi un anno fa, quando la cometa era ancora lontana dal Sole e la sua attività era molto bassa, tanto da permettere alla sonda di orbitarle molto vicino.