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L'aceto? Possibile alleato per salvare le barriere coralline

ROMA. Per salvare le barriere coralline potrebbe bastare del normale aceto da cucina. Stando a uno studio della James Cook University, la stella corona di spine, una specie di stella marina che si nutre esclusivamente di corallo e che è tra i principali responsabili del declino della barriera, può essere uccisa con una dose di aceto. Basta iniettare 20 millimetri, dicono gli esperti, e la morte della stella è certa al 100% nel giro di 48 ore.

Per i ricercatori l'aceto potrebbe sostituire la taurina, sostanza già usata per uccidere le stelle corona di spine, che è più costosa e difficile da reperire soprattutto nei paesi in via di sviluppo. L'efficacia dell'aceto è stata dimostrata in test di laboratorio, cui ora seguiranno test sul campo in modo da avere la certezza che il procedimento sia sicuro per la fauna e la flora marine. "Non c'è ragione per pensare che non funzionerà o che sia dannoso, ma dobbiamo esserne certi", spiega l'autrice dello studio Lisa Bostroem-Einarsson.

La somministrazione dell'aceto può rivelarsi utile per contenere la crescita delle popolazioni di stelle marine, ma sebbene la somministrazione individuale sia l'unico metodo finora a disposizione, per gli esperti non sarà sufficiente da sola a salvare i coralli. "Si stima che solo sulla Grande barriera corallina ci siano tra i 4 e i 12 milioni di stelle corona di spine, e ogni femmina della specie deposita 65milioni di uova in una singola stagione riproduttiva", evidenzia Bostroem-Einarsson. "Per ucciderle tutte in questo modo servirebbe uno sforzo incredibile, ma sappiamo che sforzi sostenibili possono salvare singole barriere coralline".

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