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La vicinanza all'uomo ha reso i cani meno intelligenti

ROMA. La vicinanza e la dipendenza dall'uomo avrebbe reso i cani meno intelligenti: avrebbe cioè fatto perdere alcune capacità di risolvere problemi, perché fiduciosi nell'aiuto dei loro padroni. A dirlo è uno studio condotto da una ricercatrice dell'Università dell'Oregon, e pubblicato su Biology Letters.

Secondo la ricerca, Fido proprio a causa della sua lunga storia accanto all'uomo, quando viene messo in una situazione complessa, tende a chiedere 'soccorso' al suo proprietario. La ricercatrice ha messo a confronto 10 cani che vivevano tra le mura domestiche, 10 che venivano da ricoveri per animali e 10 lupi allevati dall'uomo.

Questi ultimi si impegnavano molto più di quanto facesse Fido per portare a termine il compito e ottenere la ricompensa. I fedeli amici dell'uomo, invece, si arrendevano con facilità e attendevano l'aiuto del loro padrone.

Nel test gli animali dovevano 'conquistarsi' una salsiccia posta in un contenitore chiuso da un coperchio collegato ad una corda. Per aprire la scatola, gli animali dovevano tirare la corda e contemporaneamente tenere a terra il contenitore, un compito ritenuto facile per animali intelligenti come cani e lupi. Il risultato? Otto lupi su dieci hanno conquistato la loro ricompensa, mentre 19 cani su 20 sono rimasti a bocca asciutta: solo un quattro zampe proveniente da un rifugio è stato in grado di meritarsi il premio. I cani, inoltre, passavano molto più tempo dei lupi a guardare il loro padrone in cerca di aiuto.

Secondo la ricercatrice, l'esito del test è "affascinante": sebbene tutti i cani e i lupi fossero in grado di aprire il contenitore, solo questi ultimi erano veramente motivati a farlo. I cani, invece, chiedevano aiuto.

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