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Cheerleader per il salario minimo: in California fanno causa e vincono

Il primo risultato è arrivato in California, proprio in seguito ad una azione legale vinta da Lacy Thibodeaux, una ragazza pon pon, contro i Raiders di Oakland

NEW YORK. È in subbuglio il mondo tutto sorrisi, grazia e agilità delle ragazze pon pon. Negli Stati Uniti le cheerleader sono in rivolta e sono sempre di più le atletiche danzatrici di bordo campo che si rivolgono con successo a un giudice per ottenere dal mondo macho delle squadre di football il riconoscimento dei loro diritti e un salario che non sia da fame.

Il primo risultato è arrivato in California, proprio in seguito ad una azione legale vinta da Lacy Thibodeaux, una ragazza pon pon, contro i Raiders di Oakland: il governatore Jerry Brown ha firmato una legge che definisce le cheerleader come lavoratrici dipendenti e non contrattiste freelance.

Questo significa che le pon pon potranno d'ora in poi andare in aspettativa per motivi di salute, godere della pausa pasto e soprattutto del salario minimo garantito. Il cheerleading è una disciplina nata negli Stati Uniti alla fine dell'Ottocento come forma di incitamento per le squadre di football. Pon pon in aria, saltelli col sorriso sulle labbra e poi, quando la musica si fa più ritmata, la squadra si organizza e le ragazze salgono una sulle spalle delle altre a formare una piramide umana.

Il problema è che dietro il luccichio dello show, dietro i corpi scattanti e atletici e i microcostumi alla Baywatch, c'è un piccolo inferno di allenamenti di ore e ore senza tregua, trasferte non rimborsate, cicli mestruali, peso e vita privata monitorati. Per non parlare degli stipendi da fame.

«Mi pagavano 125 dollari a incontro alla fine della stagione. Nulla per le spese di viaggio, nulla per gli eventi promozionali, gli allenamenti, i servizi fotografici», ha spiegato la Thibodeaux: «Il mio contratto come Raiderette era totalmente illegale». Tutto questo in aperto contrasto con la macchina macina-soldi della National Football League.

Nel 2013 il commissario Roger Goodell ha portata a casa un salario di 44 milioni di dollari all'anno. La stessa Football League è finita di recente sul banco degli imputati per aver chiuso regolarmente un occhio quando le sue superstar vengono arrestate per aver malmenato mogli e fidanzate: «Danno a queste brutalità minore peso che se un giocatore viene beccato a farsi uno spinello», ha accusato oggi il New York Times.

Per le cheerleader almeno qualcosa sta cambiando: come la Thibodeaux, ragazze pon pon si sono rivolte al giudice contro i Jets, i Bills di Buffalo e i Bengals di Cincinnati. Quest'anno sono venuti a Canossa i Bucaneers di Tampa Bay, patteggiando una causa per 800 mila dollari e accettando il pagamento del salario minimo.

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