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L'estate e i viaggi in gruppo: un vademecum per non rovinarsi le vacanze

Un vademecum di 10 consigli utili per non rovinarsele, parte dallo scegliere partner adeguati e capire cosa abbiamo in comune e cosa ci differenzia. "Persone che amano stare 24 ore al giorno insieme e persone che hanno bisogno di solitudine - spiega Lo Iacono - facilmente entreranno in conflitto".

ROMA.  In famiglia, con amici o con perfetti sconosciuti. In barca, appartamento o viaggio organizzato. Quasi la metà degli italiani affrontano la vacanza in compagnia, ma non sempre conoscono bene i compagni di avventura. Così "almeno tre persone su dieci tra coloro che viaggiano in gruppo, tornano a casa più stressate di prima e hanno bisogno di disintossicarsi dalla vita collettiva", spiega Antonio Lo Iacono, presidente Società Italiana Psicologia. "Gelosia, leadership, atteggiamenti aggressivi - sottolinea -, sono tanti i motivi che rischiano di trasformare i conflitti in contrasti aperti".

Quasi come riunioni di condominio protratte per una o due settimane, e ancor peggio se si condivide barca o casa, le vacanze estive, attese per tutto l'anno, rischiano di diventare un incubo da cui non si vede l'ora di fuggire. Un vademecum di 10 consigli utili per non rovinarsele, parte dallo scegliere partner adeguati e capire cosa abbiamo in comune e cosa ci differenzia. "Persone che amano stare 24 ore al giorno insieme e persone che hanno bisogno di solitudine - spiega Lo Iacono - facilmente entreranno in conflitto". Ci sono però situazioni in cui non si possono scegliere i compagni di viaggio. "In questo caso - prosegue - fare riunioni per conoscersi prima di partire può essere utile, ma non sempre è possibile". Necessario quindi "trovare la giusta distanza a livello interpersonale, ovvero avvicinarsi ma non troppo". Un modo è quello di prevedere che non tutto vada sempre fatto insieme: "non abbiate paura di mettere in chiaro l'esigenza di mantenere spazi per se'".

Utile poi, in caso di tensioni, individuare "la persona saggia che possa dirimere conflitti o trovare compromessi", ma soprattutto "definire ruoli nel gruppo, in modo da attribuire a ognuno il proprio spazio, motivando le persone a prendere parte alla vita collettiva secondo le proprie capacità e inclinazioni". Altro consiglio è sdrammatizzare con humor i propri come gli altrui difetti, "facendo notare eventuali problemi senza prendere di punta le persone ma trovando spunti divertenti, perché in fondo si è tutti sulla stessa barca". Provare a organizzare giochi può essere terapeutico, sottolinea l'esperto, "magari mettendo insieme nella stessa squadra chi in genere si contrasta: da un duetto al karaoke a una partita a carte, meglio se in attività non troppo competitive". Se poi la crisi è in corso, meglio parlarsi a voce, "al bando messaggi e intermediari che rischiano solo di aumentare i fraintendimenti". Al di là dei consigli, conclude lo psicologo, meglio "non colpevolizzare sempre l'altro e partire dal presupposto che anche noi possiamo sbagliare o essere fraintesi".

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