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L'insulina per via nasale limita la perdita di memoria

ROMA. L'insulina immessa nella cavità nasale arriva alle zone del cervello colpite da Alzheimer e demenza senile con risultati duraturi nel migliorare la memoria e senza finire nel sangue. A dimostrare l'efficacia dell'utilizzo di insulina, per il trattamento dei problemi cognitivi legati all'invecchiamento è un nuovo studio condotto da ricercatori della University of Washington School of Medicine, della Veteran Administration Puget Sound e della Saint Louis University.

Fino ad ora era noto l'effetto dell'insulina sulla memoria ma "c'erano poche prove di come entrasse nel cervello e come agisse", ha detto William Banks, uno degli autori dello studio.

I ricercatori di questo studio, pubblicato sul 'Journal of Alzheimer', hanno utilizzato un modello di topo che, andando avanti con l'età, sviluppa problemi di apprendimento e memoria.

Nel test di riconoscimento degli oggetti, dopo una singola dose di insulina intranasale, le cavie riuscivano a ricordare gli oggetti visti prima, diversamente da quelle cui non era stata somministrata. I ricercatori hanno anche visto che l'insulina non finisce nel sangue, eliminando così una delle principali preoccupazioni nella comunità medica, perché abbasserebbe i livelli di zucchero. Inoltre, dosi ripetute aumentano l'efficacia per la memoria. La malattia di Alzheimer e altre forme simili colpiscono oltre 44 milioni di persone e il numero è destinato a raddoppiare entro il 2030.

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