AUSTIN. I cuori artificiali per bambini in attesa di trapianto diventano sempre più sicuri grazie all'analisi dei Big Data: sfruttando sistemi hardware sempre più potenti, è possibile simulare la normale funzione cardiaca raccogliendo ed elaborando grandi quantità di informazioni che consentono di perfezionare i dispositivi prima dell'impianto.
Lo dimostrano i casi presentati negli Stati Uniti, nella NI Week, l'evento internazionale organizzato ad Austin (Texas) dalla National Instruments.
Sul palco, tra circuiti e microchip, sono comparsi i volti sorridenti dei bambini che ce l'hanno fatta grazie ai cuori artificiali esterni. «Si tratta di dispositivi unici al mondo - spiega l'amministratore delegato, Bob Kroslowitz - che permettono ai piccoli pazienti di ogni età, da zero a 18 anni, di sopravvivere alle lunghe liste d'attesa per il trapianto».
Dato che nel corpo dei bambini non c'è spazio a sufficienza per ospitare il cuore artificiale, «il dispositivo viene posizionato all'esterno e poi collegato al cuore malato attraverso delle cannule», precisa Kroslowitz. La delicatezza di questi dispositivi richiede che vengano sottoposti ad attente verifiche prima dell'impianto.
Adesso è possibile mettere alla prova questi dispositivi simulando per 24 ore la normale funzione cardiaca, riuscendo così a raccogliere grandi quantità di dati relativi a frequenza cardiaca, flusso sanguigno e pressione. Nel prossimo futuro questo banco di prova diventerà ancora più sofisticato: «Grazie ad hardware sempre più veloci - conclude Kroslowitz - ci aspettiamo di acquisire una maggiore quantità di dati in maniera ancora più precisa».
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