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"Ritrovato il tesoro di capitano Kidd", l'Unesco invia un team

ROMA. Sprofondato nei fondali sabbiosi dei mari del Sud oltre 300 anni fa, poi avvolto dal limo della leggenda, il mitico tesoro del capitano Kidd, l'ufficiale della Marina britannica impiccato come pirata nel 1701 non prima di aver accumulato e nascosto un favoloso bottino in oro, argento, seta e gioielli, potrebbe aver rivisto la luce del sole in acque poco profonde, al largo di Madagascar.

A promettere la scoperta - sulla quale ora vuole vederci chiaro l'Unesco, che ha inviato sul posto un team di esperti - è il rinvenimento di un grosso lingotto d'argento di una cinquantina di chili, con su incise alcune lettere e cifre in caratteri romani. È emersa dal relitto di un veliero che da secoli riposava senza nome a sette metri di profondità vicino all'isoletta di Sainte Marie, eletta per secoli come riparo dai pirati, e già scoperto alcuni anni fa.

Il lingotto è stato trovato dall'esploratore e archeologo subacqueo americano Barry Clifford e presentato in una cerimonia al presidente malgascio, Hery Rajaonarimampianina, che ci ha già intravisto una promettente sistemazione museale il giorno in cui il «Tesoro di Captain Kidd» si dovesse materializzato per intero. Il ritrovamento, avvenuto in una spedizione della squadra di sub sostenuta dalla produzione della britannica October Films e sponsorizzata da History Channel, secondo Clifford è solo l'inizio:

«Il fondo era troppo torbido ma i metal detector segnalavano metallo tutto intorno», ha raccontato Clifford, che si dice certo che il relitto di veliero, al quale non è stata ancora data un'identità, sia l'Adventure Galley. Cioè la nave con cui William Kidd solcò in lungo e in largo gli
oceani Atlantico e Indiano per migliaia di miglia fra il 1696 e il 1698 prima che il veliero affondasse vicino a Madagascar. Ma l'Unesco esprime dubbi e, per bocca dell'esperta di archeologia sottomarina Ulrike Guerin, citata da vari media, critica il modo in cui la spedizione di Clifford è stata condotta dal team di sub. L'agenzia dell'Onu per la cultura già l'anno scorso, dopo una perizia, rovinò la festa allo stesso Clifford, negando che il relitto da lui trovato al largo di Haiti fosse la Santa Maria, l'ammiraglia di Cristoforo Colombo. L'Unesco, che intende prima di tutto analizzare frammenti di legno del relitto, è animato soprattutto dall'imperativo di preservare il patrimonio culturale sommerso da predatori e avventurieri. E lo stesso entusiasmo del presidente Rajaonarimampianina è stemperato dal suo ministro della Cultura, Brigitte Rasamoelina, che afferma di aver fatto sospendere la spedizione e le relative riprese televisive perchè «i documenti non erano completi».

October Films difende la regolarità dell'operazione, concordata con Antananarivo, e Clifford e il suo team rivendicano l'autenticità della scoperta. Ma sull'esistenza stessa di un «tesoro» di Captain Kidd, che ha scatenato la fantasia di romanzieri, poeti e cineasti, non c'è alcuna certezza. Come non è mai stato realmente provato al di là di ogni ragionevole dubbio che Kidd fosse effettivamente un pirata. Nato in Scozia nel 1645 e imbarcatosi giovane come marinaio, fu scelto nel 1696 come «cacciatore di pirati», con licenza di Sua Maestà di depredare - con contratto da corsaro - navi della nemica Francia. L'accusa di essere diventato lui stesso un pirata fu forse un equivoco, e si deve soprattutto all'arrembaggio e alla cattura al largo dell'India della nave armena Quedagh Merchant, battente vessillo francese, dal cui ricchissimo carico di stoffe e metalli preziosi scaturì il
grosso del favoleggiato «tesoro» di Kidd.

Salvo poi scoprire che il capitano della nave era un inglese, che lo denunciò come pirata: gli storici contemporanei affermano che Kidd, compreso l'errore, abbia cercato di convincere i suoi uomini a restituire il maltolto all'armatore, ottenendone il rifiuto. Ignaro del destino che l'attendeva o forse convinto di potersi cavare d'impaccio, tornò in Inghilterra, dove fu arrestato, processato davanti alla Camera dei Comuni e infine impiccato nel 1701. Il racconto vuole che durante l'esecuzione la corda si sia spezzata per ben due volte prima che Kidd esalasse l'ultimo respiro. Il suo corpo venne cosparso di pece e restò appeso per mesi: un trattamento riservato ai più pericolosi nemici pubblici. Sulle sorti del tesoro (sepolto, nascosto o affondato in mare che sia) è scaturito un florilegio di racconti apocrifi e di dicerie, pompando linfa in una leggenda che ha affascinato per tre secoli. E che ha ispirato romanzi come «L'Isola del tesoro» di Robert Louis Stevenson, racconti come «Lo Scarabeo d'oro» di Edgar Allan Poe, personaggi come il Capitan Uncino di «Peter Pan» e Jack Sparrow della saga cinematografica «I Pirati dei Caraibi» interpretato da Johnny Depp.

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