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Leucemia, una nuova tecnica riduce le ricadute

ROMA. Una nuova tecnica per ridurre i rischi di infezione e di ricaduta della malattia leucemica nei casi di trapianto di midollo da donatore aploidentico, cioè compatibile a metà con il ricevente, come è il caso per ciascuno dei due genitori. Il trial, il primo in Europa di questo tipo, è partito nel novembre del 2014 ed è stato presentato nel corso del convegno promosso in occasione dei 30 anni dell'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù all'auditorium del polo di San Paolo Fuori Le Mura.

L'ospedale ha messo a punto da 5 anni il trapianto di cellule staminali da uno dei due genitori per tutti i bambini colpiti da immunodeficienze severe, rare malattie genetiche dell'infanzia, leucemie e tumori del sangue che possano beneficiare della procedura trapiantologica. Ora la tecnica ulteriormente implementata negli ultimi mesi dall'equipe del responsabile del dipartimento di oncoematologia e medicina trasfusionale, Franco Locatelli, consente un approccio innovativo per accelerare la ricostituzione immunologica dopo il trapianto. L'utilizzo delle cellule del donatore geneticamente modificate attraverso l'introduzione di un nuovo gene suicida (chiamato Caspasi 9 inducibile) permette, in caso di reazioni avverse, di controllarle per impedire l'aggressione delle cellule del donatore sull'organismo ricevente.

I risultati, è stato spiegato hanno dimostrato come la probabilità di cura definitiva per i bambini così trattati sia del 90%.

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