ROMA. La classifica delle 5 fiabe più amate del mondo premia "Il brutto anatroccolo" di Hans Christian Andersen. Seguono, "Peter Pan" di James Matthew Barrie, "La bella e la bestia" di Gabrielle- Suzanne Barbot de Villeneuve, "Biancaneve e i sette nani" dei fratelli Grimm e "Tremotino" sempre dei fratelli Grimm.
Ne "Il brutto anatroccolo", Andersen racconta di un anatroccolo dalle piume grigie, particolarmente grande e goffo. Sebbene la madre cerchi di accettarlo nonostante le sue differenze, il piccolo viene emarginato dai suoi simili.
Una storia considerata da molti come la metafora delle difficoltà che spesso bambini e adolescenti sperimentano durante la loro crescita.
"Peter Pan" nasce dalla fantasia dello scrittore scozzese Barrie. Racconta di un bambino in grado di volare, e che si rifiuta di crescere. Trascorre la sua infanzia sull'Isola che non c'è, come capo di una banda di "Bimbi Sperduti", in compagnia di sirene, indiani, fate e pirati.
Già più romantica la storia de "La bella e la bestia". Numerosi gli adattamenti e le trasposizioni di questa fiaba conosciuti in tutta Europa.
"Biancaneve e i sette nani" è forse la più nota fabia di sempre. La versione attualmente conosciuta è quella scritta dai fratelli Grimm, Jacob e Wilhelm. La storia racconta di una regina era intenta a cucire vicino a una foresta, sulla neve. Pungendosi un dito, e guardando il sangue sul terreno innevato, desidera avere un figlio con i capelli scuri come l’ebano, la pelle bianca come la neve e le labbra rosse come il sangue; dopo qualche tempo la regina ebbe una bambina, alla quale dà il nome Biancaneve.
"Tremotino" infine è il protagonista di una fiaba originariamente apparsa in Germania. A un mugnaio con una bellissima figlia capitò un giorno di parlare con il re e, per darsi delle arie, gli raccontò, mentendo, che sua figlia sapeva trasformare la paglia in fili d'oro. Incuriosito, il re ordinò di portarla da lui. Questi la fece entrare in una stanza piena di paglia, e le ordinò di trasformarla in oro entro il giorno seguente, pena la morte.
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