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Spopola EyeTaste, app per videogiornalismo

MILANO. Raccontare il mondo con le videocamere più diffuse, quelle degli smartphone: se questa è la direzione intrapresa dalla comunicazione digitale, EyeTaste promette ai suoi utenti un'esperienza social video superiore. Lanciata per la prima volta lo scorso giugno dopo un anno di sviluppo, l'app è stata presentata dal suo fondatore Francesco Bevivino: «Non vogliamo che sia un'app virale per diffondere video 'buffi' ma uno strumento per editori e agenzie creative».

Pur accompagnata da una sua piattaforma sociale, EyeTaste non vuole fare concorrenza a YouTube. Agli utenti Android e iOS (prossimamente anche Windows Phone) l'app dà invece accesso a strumenti avanzati per ricavare il massimo dal proprio smartphone: in una moviola virtuale si possono montare video e immagini, inserire una sigla iniziale, sovrapporre una traccia parlata o musicale e perfino, feature più unica che rara, gestire il bitrate audio e video della clip.

Pur mantenendo un profilo user-friendly, EyeTaste insomma non si rivolge all'occasionale reporter ma al professionista della comunicazione: la versione 'free' contiene di fatto solo alcune delle possibilità menzionate e consente di girare video di 1 minuto, contro i 10 della 'Pro'. Bevivino non teme insomma il neonato servizio di broadcast Periscope di Twitter:

«È molto interessante, ma manca di un'organizzazione del contenuto e se
si perde la diretta non c'è modo di recuperare - osserva Bevivino - anche EyeTaste potrebbe offrire un servizio live, ma bisogna confrontarsi con una carenza infrastrutturale delle reti dati». EyeTaste punta così sulla visione in differita di clip ricercabili in base a categoria, titolo, geolocalizzazione, tag ma anche durata. In ogni caso, più che dar battaglia ai giganti del web 2.0, EyeTaste si propone a editori e agenzie di comunicazione: i video possono infatti essere condivisi ovunque con link, player o come file .mp4 da scaricare. EyeTaste è disponibile poi in versione 'white label' completamente personalizzabile: con una spesa fra i 30 e i 50mila euro, spiega Bevivino, la società promette un'app completamente customizzata che punti sì alla pubblicazione massiva di video, ma anche a un controllo centrale da parte del committente. Non è un caso, quindi, che la startup sia in contatto con il corso di giornalismo di IULM, Padiglione Italia di Expo, non-profit e multinazionali per il lancio di app dedicate.

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