ROMA. L'allarme è stato lanciato dagli endocrinologi: in Italia ci sono troppi padri-nonni coloro cioè che che decidono di avere figli in età matura.
Gli endocrinologi SIE si accingono ad affrontare l'argomento a Taormina dal 27 al 30 maggio in occasione del 38esimo Congresso Nazionale della Società Italiana di Endocrinologia.
"Purtroppo - ha spiegato Andrea Lenzi, presidente eletto SIE presentando i contenuti del Congresso - la nostra società ha assegnato alla riproduzione un ruolo tardivo, marginale e dedicato più a soddisfare il desiderio della coppia con il figlio come ultimo gadget della realizzazione sociale, dimenticando che la fertilità sia maschile che femminile è massima fra i 20 e i 30 anni".
"In Italia - ha aggiunto - a partire dagl Anni Ottanta, l'età media di procreazione salita di quasi 10 anni arrivando ai 34-35, anche 40 anni di età. E poi ci sono i padri-nonni, over 45. Su 10 nuovi genitori, 3 sono certamente al di sopra dell'età media per una fertilità giusta".
"Se 10 anni fa erano le classi più alte, più istruite ad aspettare di terminare gli studi e sistemarsi prima di fare figli, oggi con le difficoltà economiche e finanziarie, tutti si trovano costretti a ritardare. Per questo la responsabilità e' anche politica".
"Con l'avanzare dell'età - ha aggiunto - diminuisce la fertilità perchè i gameti hanno un'età anagrafica, quindi più si va avanti più è difficile fare figli. I padri-nonni sono un problema clinico, scientifico ma anche sociale. Per questo - ha detto - bisogna tornare alle origini e insegnare alle giovani generazioni a una fertilità sana al momento giusto".
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