ROMA. I guanti robotici escono dai laboratori e iniziano a lavorare in clinica: è stato completata la versione 'portatile' dell'esoscheletro HX sviluppato dall'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna. E' ideato per chi ha problemi ad usare l'arto a causa di danni neurologici, come ictus e lesioni spinali. Il prototipo sviluppato sotto la guida di Nicola Vitiello viene presentato in occasione della fiera internazionale delle tecnologie per l'innovazione Mecspe a Parma dal 26 al 28 marzo. "Si tratta di un esoscheletro - ha spiegato Christian Cipriani, vice direttore dell'Istituto di BioRobotica - ideato per ripristinare il controllo motorio delle mani in le persone che hanno problemi ad usare l'arto a causa di danni neurologici". Il grande passo in avanti, rispetto agli attuali prototipi analoghi, è stato quello di aver 'miniaturizzato' l'intero dispositivo. Riducendone l'ingombro e alimentandolo a batterie è stato possibile implementarlo su carrozzella. I test 'in strada' sono stati effettuati con successo da una clinica di riabilitazione a Barcellona. Al momento l'esoscheletro viene comandato attraverso una pulsantiera ma a breve il controllo sarà attuato attraverso delle cuffie capaci di leggere direttamente i segnali elettroencefalografici. Il dispositivo è pensato per aiutare chi ha sofferto danni ai movimenti degli arti a causa ad esempio di ictus o lesioni spinali, problematiche che colpiscono ogni anno in Europa circa 7.500 persone. Il guanto robotico è parte di un più ampio progetto progetto europeo denominato Way (Wearable interfaces for hAnd function recoverY) che vede la partecipazioni di vari istituti di ricerca, coordinato da Christian Cipriani.