ROMA. "È stata la produzione a volerlo perché lo conoscevano e sanno che parla l'inglese come l'italiano e ha studiato regia in America". Gerry Scotti mette a tacere le polemiche che si sono abbattute su suo figlio, visto insieme a lui alla conduzione della trasmissione "Lo show dei record".
Messo alla prova con alcuni collegamenti dall'America e dalla Cina, pare che il giovane si sia dimostrato all'altezza.
"Grazie a me ha avuto un'opportunità più degli altri? Non me ne vergogno - dice deciso il conduttore -. Credo sia peggio per un padre medico piazzare un figlio incompetente in ospedale. Lui non sarà il nuovo Gerry Scotti, vuole fare il regista, adesso sta facendo l'aiuto a Cucine da incubo, poi sarà assistente alla regia in una fiction poliziesca".
"Considerato che ho passato 20 anni a diventare uomo, 40 a fare un lavoro che mi piace molto e mi è arrivato senza che lo cercassi, mi piacerebbe nei prossimi 20 affrontare qualche sfida in più. Fare l'imprenditore, prendere un vigneto e fare il vino…", ha aggiunto.
Fu lo stesso Mike Bongiorno a definirlo il suo erede. Una frase che ancora oggi per Gerry Scotti è motivo di vanto. Ad agosto del prossimo anno compirà 60 annie c'è chi già parla di ricambio generazionale: "Alessandro Cattelan e Alvin sono bravini ma non bastano. Un tempo i talenti emergevano con i programmi nuovi dell'estate. Ora, con il blocco degli investimenti, si lavora solo nella stagione invernale con programmi collaudati e i nomi buoni per fare tv sono Fiorello, Carlo Conti, Paolo Bonolis,Amadeus, Fabrizio Frizzi. Tutti sopra i 50".
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