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In oltre 500 milioni di anni animali marini 150 volte più grandi

ROMA. Negli ultimi 542 milioni di anni la taglia media degli animali marini è aumentata di ben 150 volte. E' quanto hanno scoperto alcuni ricercatori dell'università di Stanford, guidati da Jonathan Payne, come spiegano in uno studio pubblicato sulla rivista Science. L'aumento della taglia media del corpo non si applica però a tutti gli animali, ma a quelli che erano già più grandi degli altri all'inizio dell'evoluzione.

''Per ragioni che non ci sono completamente chiare - commenta Payne - le classi di animali grandi sembrano essere quelle che nel tempo si sono differenziate di più''. Il risultato che conferma la validità della regola del paleontologo Edward Cope, secondo cui la discendenza di una popolazione tende ad aumentare di dimensioni corporee nel corso del tempo evolutivo, che però non si applica a tutti gli animali: mammiferi terrestri, coralli e dinosauri sì, ma ad uccelli e insetti no. Gli scienziati si sono quindi chiesti se questo schema sia un vero fenomeno evolutivo o un risultato causale. Hanno così analizzato e calcolato taglia e volume di oltre 17mila generi di animali marini. Si è così visto che non tutti i gruppi diventavano più grandi, ma solo quelli più grandi in partenza. Secondo i ricercatori ciò è dovuto a un vantaggio associato alle taglie più grandi, come la capacità di muoversi più velocemente, scavare più in profondità o catturare prede più grandi. Per capire cosa porti ad avere dimensioni più grandi, gli studiosi hanno creato un modello virtuale per simulare l'evoluzione delle taglie corporee e vedere come la dimensione del corpo influiva sulla sopravvivenza. Il risultato è il tendere a taglie più grandi non può essere spiegato col caso, ma sembra esserci un processo evolutivo attivo che spinge verso dimensioni più grandi.

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