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Capodanno cinese, arriva l'anno della Capra

ROMA. Al via l'Anno della Capra. Miliardi di persone hanno festeggiato quella che per loro è la Festa più importante dell'anno: il Capodanno lunare, Festa di Primavera o il Capodanno cinese, come viene chiamato in Occidente. Per due settimane, tanto durano i festeggiamenti, milioni i cinesi che tornano in Cina per la Festa di Primavera. Una tradizione iniziata durante la Dinastia Shang, oltre 3.500 anni fa. Da allora molte tradizioni hanno accompagnato la Festa di Primavera, alcune sono seguite ancora oggi. Si acquistano non solo riso, farine, polli, anatre, pesce, carne e salse, ma anche frutta, dolcetti e frutta secca.

La porta d'ingresso viene decorata con scritte benaugurali in calligrafia con inchiostro nero su carta di riso rossa. Il contenuto delle scritte varia a seconda dei desideri dei proprietari per avere un Anno nuovo ricco di fortuna. Sui portoni principali vengono affisse immagini del dio delle porte e del benessere, per tenere lontani gli spiriti maligni e dare il benvenuto a pace e abbondanza.

Durante la Festa, tutti i membri della famiglia cenano assieme e il cibo è più ghiotto e lussuoso del solito. I cinesi sono molto superstiziosi e non possono fare a meno, come spiegano da Green T., l'indirizzo romano dove degustare cucina della Cina imperiale, di ingredienti come pollo, pesce e tofu, perchè la loro pronuncia, rispettivamente «ji», «yu» e «doufu» significa buon auspicio, abbondanza e rivchezza.  Il più importante appuntamento gastronomico durante le festività del Capodanno è sicuramente la cena conviviale che si  svolge alla vigilia dell'arrivo dell'anno nuovo. Si tratta di un momento familiare, in cui i parenti più stretti si ritrovano - generalmente a casa della persona più anziana - davanti a una tavola riccamente imbandita. Le pietanze principali e immancabili sono pesce e pollo. Specialmente il pesce, in molte regioni della Cina, è servito in quantità tali da renderne certo l'avanzo: questo per questioni scaramantiche, in quanto un proverbio popolare recita «nian nian yC'u yu» , cioè «ci possa essere sovrabbondanza quest'anno», dove il termine «sovrabbondanza», pronunciato yu, è omofono alla parola «pesce».

Nel sud della Cina, invece, si mangia il «Niangao», un dolce tipico di riso colloso, perchè è omofono del nostro «ad maiora», «sempre più in alto, sempre meglio, anno dopo anno».

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