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Il pinguino di Adelia per capire la salute dell'Antartide

FIRENZE. Studiare gli effetti del cambiamento climatico sull'ecosistema dell'Antartide monitorando la vita dei pinguini che ci vivono. È lo scopo del progetto del 'Programma nazionale di ricerche in Antartide', diretto dalla ricercatrice dell'Università di Siena Silvia Olmastroni. L'animale che è stato studiato dai ricercatori come 'bioindicatore' dello stato di salute dell'Antartide è il pinguino di Adelia, una specie dipendente dalla presenza di ghiaccio marino e molto sensibile alle variazioni climatiche.

Le ricerche, frutto anche di collaborazioni internazionali con i programmi antartici australiano e americano, si basano sul monitoraggio dei parametri riproduttivi dei pinguini, attraverso conteggi periodici della popolazione e censimenti giornalieri su oltre 100 nidi di studio. "Inoltre - spiega Silvia Olmastroni - studiamo le aree di alimentazione durante il periodo riproduttivo, utilizzando trasmettitori satellitari e registratori di immersione, da cui ricaviamo la posizione su mappa e il profilo di immersione per ogni individuo a cui è stato applicato lo strumento per alcuni giorni". "Per la prima volta - continua - quest'anno abbiamo iniziato lo studio delle aree di svernamento degli adulti per quest'area del mare di Ross. Abbiamo applicato dei piccoli data logger, tipo GLS, alla zampa dei pinguini". Le attività di ricerca si concentrano nell'area deglaciata di Edmonson Point, dove è localizzata una colonia di circa 3000 coppie di pinguino di Adelia.

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