ROMA. In un farmaco oggi in uso nei trapianti di organo (rapamicina) potrebbe celarsi la chiave per vivere più a lungo e in salute ritardando il fisiologico invecchiamento del sistema immunitario nell'anziano. Una dose di rapamicina spegne un «interruttore molecolare» (chiamato mTor) e, così facendo, ringiovanisce il sistema immunitario nell'anziano, rendendolo più forte ad esempio contro infezioni come l'influenza.
La scoperta è frutto di uno studio della Novartis di Siena e Boston insieme alla Stanford University in California, pubblicato a fine anno (24 dicembre) sulla rivista Science
Translational Medicine. Lo studio, che vede tra gli autori Joan Mannick, Giuseppe Del Giudice e Maria Lattanzi, può avere ricadute importanti per ritardare l'invecchiamento: non a caso la rapamicina si è dimostrata in grado di allungare la durata della vita del topo e lo scorso ottobre in un convegno a Seattle è stato annunciato l'avvio di sperimentazioni su cani usando la rapamicina per vedere se il farmaco può allungare anche la vita di questi animali.
Finora però non erano stati studiati gli effetti sull'uomo del farmaco (una medicina che previene il rigetto di organi dopo il trapianto) nell'ambito della ricerca anti-ageing.
Il sistema immunitario nell'anziano è debilitato e va incontro a un declino inesorabile. Non a caso gli anziani sono più suscettibili a infezioni e, ad esempio, il vaccino anti-influenza funziona meno bene su di loro. Gli esperti Usa e di Siena hanno mostrato che anziani che hanno ricevuto una dose sperimentale di rapamicina sviluppano il 20% di anticorpi in più contro l'influenza in seguito al vaccino; inoltre che dopo la somministrazione del farmaco il loro sistema immunitario appare come ringiovanito, in particolare presenta un minor numero di cellule che ostacolano il buon funzionamento delle difese immunitarie. Questi risultati lasciano intravedere la possibilità che spegnere mTor può rallentare l'invecchiamento delle difese immunitarie nell'anziano.
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