ROMA. Quasi un anziano su 10 (8,7% degli over-65) assume farmaci contro l'insonnia e l'ansia, le famose benzodiazepine che sono in realtà fortemente sconsigliate proprio nell'anziano.
Pubblicata sulla rivista Jama Psychiatry, è un'inchiesta supportata dalla squadra di Thomas Insel, direttore del National Institute of Mental Health (NIMH), a sottolineare il potenziale problema. Le benzodiazepine possono dare dipendenza e nell'anziano causano un indebolimento delle capacità cognitive e motorie, delle capacità alla guida e aumentano il rischio cadute. E non è tutto, è di recente pubblicazione sul British Medical Journal uno studio che mostra come l'uso a lungo termine - dai tre mesi di terapia in su - di questa classe molto usata di ansiolitici e farmaci per l'insonnia è legato all'aumento di rischio di ammalarsi di demenza senile o Alzheimer. Il rischio è alto per gli anziani, essendo quasi raddoppiato per coloro che prendono benzodiazepne per 180 giorni.
Nel nuovo studio gli esperti Usa hanno analizzato le prescrizioni di benzodiazepine nell'arco di un anno e per fasce d'età e visto che se una persona su 20 (5%) dai 18 agli 80 anni riceve almeno una ricetta per questi farmaci in un anno, la quota di prescrizioni sale all'8,7% (quasi una su dieci ne ottiene almeno una in un anno) tra i 65 e gli 80 anni. L'uso a lungo termine - ricette per una terapia di 3-4 mesi - riguarda ben il 31,4% degli anziani che fanno uso di benzodiazepine, contro il 14,7 dei giovani utilizzatori tra 18 e 35 anni. Per le donne anziane la frequenza di uso è addirittura più alta: una su dieci tra 65 e 80 anni riceve almeno una ricetta per benzodiazepine e un terzo di queste segue la terapia per 3-4 mesi.
"Questi nuovi dati indicano schemi prescrittivi preoccupanti per gli anziani, specie le donne - spiega Insel - questa analisi suggerisce che le prescrizioni di benzodiazepine negli anziani eccedono ciò che la ricerca ritiene essere appropriato e sicuro".
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