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Mai osservata prima: scoperto un nuovo tipo di cellula staminale

Secondo i ricercatori rimangono ancora molte incognite

MILANO. Un nuovo tipo di cellula staminale, mai osservata prima e ancora tutta da studiare: è stata scoperta scrutando nel 'cilindro magico' della riprogrammazione cellulare, il processo che consente di far tornare bambine le cellule adulte e che è stato premiato nel 2012 con il Nobel per le sue incredibili potenzialità nell'ambito della medicina rigenerativa.

La scoperta, arrivata dopo quattro anni di ricerche, si deve ai ricercatori del consorzio internazionale 'Project Grandiose'. I loro cinque studi, pubblicati sulle riviste Nature e Nature Communications, descrivono un vero e proprio 'manuale di istruzioni' per la riprogrammazione cellulare, svelando dettagli inediti sulla cascata di eventi molecolari che permettono di ringiovanire le cellule fino a renderle pluripotenti, cioè immature e capaci di differenziarsi in più direzioni.

Una volta definita questa roadmap, i ricercatori hanno provato persino a percorrere strade alternative finora inesplorate: grazie ad uno di questi esperimenti, hanno preso forma le nuovissime 'bambine terribili', ovvero le cellule pluripotenti indotte battezzate 'F' dall'aggettivo inglese 'fuzzy', che descrive la forma un po' confusa assunta dalle loro colonie.

Queste cellule, molto diverse dalle altre staminali, sono state ottenute tenendo premuto l'acceleratore della riprogrammazione, ovvero mantenendo elevati i livelli delle proteine (fattori di trascrizione) che agiscono sul Dna regolando le lancette dell'orologio della cellula. Nei primi esperimenti le cellule si sono dimostrate stabili e facili da produrre su larga scala: ciò potrebbe facilitare il loro impiego nelle terapie cellulari del futuro. Fare previsioni al momento però è ancora impossibile: rimangono ancora molte incognite, anche riguardo alla sicurezza, dato che i 'ritocchi' operati sul loro Dna potrebbero scatenare l'insorgenza di tumori.

La scoperta del consorzio Project Grandiose ''ha aperto la strada a nuovi filoni di ricerca'', commenta in un editoriale Juan Carlos Izpisua Belmonte, dell'istituto californiano Salk a La Jolla. ''Guardando al futuro - aggiunge - la messa a punto di cellule staminali 'su misura' potrebbe presto diventare realtà''.

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