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Insegnare ai bimbi l’amore per Fido: progetto nelle scuole siciliane

«Di te mi fido» sarà presente nelle aule delle elementari della provincia di Palermo e di Ragusa

PALERMO. L’Enci in tante regioni d’Italia è entrato nelle scuole. A partire dal 2015 sarà presente anche in alcune scuole elementari nella provincia di Palermo e di Ragusa. Il progetto dell’Enci, dal titolo «Di te mi fido», ha come obiettivo di insegnare ai bambini a non trattare i cani come giocattoli, ma come esseri viventi, ad essere gentili e buoni conloro per farsi rispettare e a non togliere al cane il suo giocattolo.

«Noi andremo nelle scuole e porteremo dei cani con noi da far vedere ai bambini. Un relatore per circa due ore spiegherà ai piccoli alunni quante e quali sono le razze canine. I gruppi sono 10: il primo è quello dei cani da pastore e a seguire ci sono i cani da utilità e difesa, terrier, da tana, cani di tipo spitz e primitivo, i segugi e cani per pista di sangue, cani da ferma, da riporto, da compagnia e infine i levrieri per le corse», spiega Francesco Biondolillo Presidente del Gruppo Cinofilo Cefaludese e consigliere nazionale dell' Enci. Quando è uscito il film della carica dei 101 i dalmata facevano 6 mila cuccioli l’anno, mentre prima del film ne facevano mille in tutta Italia, perché era la moda del momento. Anche quando è uscito il film «Hachiko», con Richard Gere, la razza Akita ha avuto una crescita nell’anno successivo di circa 600 cuccioli».

Per prendere un cane bisogna conoscerne il comportamento e l’indole. Quando si prende un cane è per tutta la vita, perché diventa un membro della famiglia. Quando la famiglia parte per le vacanze il cane deve andare o in una pensione o seguire la famiglia. Quando si decide che un cane deve fare la guardia alla casa, si devono scegliere quelli con una propensione naturale al ruolo. oppure insegnare loro a farlo rivolgendo si sempre ad un professionista. In Italia purtroppo non c’è la cultura dell'addestramento del cane. Non si può prendere semplicemente un pastore tedesco, legarlo a una catena e pretendere che faccia la guardia”, conclude Biondolillo.

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