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Prevenire lo scompenso cardiaco, adesso si può: ecco come

Si tratta di applicare un nuovo approccio interdisciplinare per studiare il cuore e predire un malfunzionamento prima che i tessuti si deformino, spesso in maniera irreversibile

TRIESTE. Medici e ingegneri possono insieme identificare precocemente il rischio di scompensi cardiaci. Lo illustra un team di ricercatori sulla rivista Nature Review Cardiology. Si tratta di applicare un nuovo approccio interdisciplinare per studiare il cuore e predire un malfunzionamento prima che i tessuti si deformino, spesso in maniera irreversibile.

«Proponiamo - spiega Gianni Pedrizzetti, professore al Dipartimento di ingegneria e architettura dell'Università di Trieste, tra gli autori dello studio - un'analisi ingegneristica del moto vorticoso del sangue, perchè il flusso sanguigno può fornire informazioni utili ai clinici sulla qualità della
funzione cardiaca e consentire un'identificazione precoce del rischio di scompenso».

Tipicamente la diagnosi si fa guardando le geometrie e le variazioni di volume dei tessuti del cuore: in particolare il rimodellamento del ventricolo sinistro è indicatore della patologia. «Ma quando si riscontra un aumento del volume della camera cardiaca vuol dire che la sua funzionalità è già compromessa e lo scompenso è in corso» spiega Pedrizzetti.

«La sfida della cardiologia allora - aggiunge - è accorgersi precocemente che un cuore apparentemente sano in realtà non lo è e potrebbe sviluppare scompenso. Come? Analizzando il flusso vorticoso del sangue: se tutto è nella norma, infatti, quando il cuore si contrae il sangue è spinto verso l'uscita, se invece il ventricolo non si contrae in maniera corretta il sangue viene deviato verso un'altra regione della camera cardiaca, sottoponendola a un inatteso stress».

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