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Specie invasive, l'Unione Europea pensa ad una lista nera

Via libera finale alle nuove regole, con entrata in vigore prevista il primo gennaio 2015. Intanto in Italia continuano a diffondersi le minacce. Come lo scoiattolo thailandese, tanto carino quanto dannoso per le nostre foreste, mentre si è riacceso l'allarme per la nutria a causa di un pericoloso vuoto normativo

BRUXELLES. L'Unione europea 'affila le armi' nella guerra contro le specie 'aliene' invasive, animali e piante ospiti indesiderati degli ecosistemi europei. A compiere l'ultimo passo avanti per l'adozione del piano d'attacco il Consiglio Ue, che ha dato il via libera finale alle nuove regole, con entrata in vigore prevista il primo gennaio 2015. Intanto in Italia continuano a diffondersi le minacce. Come lo scoiattolo thailandese, tanto carino quanto dannoso per le nostre foreste, mentre si è riacceso l'allarme per la nutria a causa di un pericoloso vuoto normativo.

L'arrivo della famigerata 'lista nera' degli 'eco-flagelli' europei, che sarà discussa l'anno prossimo, potrebbe obbligare l'Italia a correre ai ripari. Nell'attesa, l'approvazione finale della normativa europea rappresenta un risultato per il commissario europeo all'ambiente, Janez Potocnik, così come per la presidenza italiana dell'Ue. Secondo il ministro dell'ambiente, Gian Luca Galletti, questa norma rappresenta una «tappa importante nell'affermare il valore della biodiversità in Europa, che costituisce un fattore chiave per lo sviluppo della nostra economia».

«Questo nuovo regolamento colma un vuoto riconosciuto da tempo nella tutela della biodiversità dell'Unione europea» afferma il commissario europeo Janez Potocnik, secondo cui la norma «è attentamente mirata, in particolare sulle specie invasive che costituiscono le minacce più serie». Specie come lo scoiattolo grigio americano, presente in Italia soprattutto in Piemonte, ma anche in Lombardia, Liguria e di recente anche vicino Perugia e nel padovano, secondo fonti comunitarie nella 'lista nerà dell'Ue «ci sarà sicuramente».

Per l'Italia significa che «scatterà un impegno formale a eradicare le sue colonie e renderà più forte il divieto di commercio e possesso, già introdotto con decreto» spiega Piero Genovesi, esperto dell'Ispra. Per il resto dell'elenco si può già immaginare uno scontro su poche specie di rilevanza commerciale come il visone americano, allevato in molti Paesi, fra cui Danimarca e Finlandia.

Visto lo spirito del regolamento Ue, che è quello di 'prevenire' i danni e concentrarsi su specie non ancora troppo diffuse ma localizzate, fra i candidati ad entrare nell'elenco non dovrebbe mancare anche un altro scoiattolo giunto dalla Thailandia fino in Piemonte e a Maratea, in Basilicata. È lo scoiattolo 'variabilè o Callosciurus fynlaysonii. «Oltre a minacciare la sopravvivenza dello scoiattolo rosso europeo, questa specie devasta i boschi scortecciando gli alberi e mettendo a rischio gli ecosistemi forestali» racconta Genovesi.  Un flagello condiviso da altri Paesi Ue è poi la nutria, che provoca danni per milioni di euro ogni anno. «Adesso a causa di un vuoto normativo provocato dall'ultimo decreto sulla pubblica amministrazione - spiega l'esperto dell'Ispra - questo animale non è più sottoposto a controlli e il rischio è ad esempio che colpisca le risaie del vercellese e nel novarese». In assenza di modifiche, l'arrivo della norma Ue l'anno prossimo sarà provvidenziale almeno per ripristinarne il monitoraggio.

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