ROMA. Pulizie di primavera a Mountain View: Google pensiona 'Reader', uno dei più popolari servizi per aggregare flussi di notizie online automatizzati, generando proteste tra milioni di utenti, che provano a chiamare in causa pure il presidente Barack Obama. Ma c'e anche la corsa a un degno sostituto. Ad annunciare la decisione è la società sul proprio blog. «Nonostante il servizio abbia un 'seguitò fedele - scrive Urs Holzle, senior vice president dell'infrastruttura tecnica di Google - negli anni il suo utilizzo è calato. Ecco perchè a partire dal primo luglio 2013 lo manderemo in pensione». Nel post si annuncia la chiusura di otto servizi ma è la decisione su Reader che ha fatto immediatamente parlare di sè.
Lanciato nel 2005, Reader consente agli internauti di restare aggiornati, ricevendo automaticamente notifica (tramite 'feed' Rss e Atom) di notizie, video e contenuti vari quando questi vengono pubblicati su siti e portali, senza doverli controllare di continuo. Quasi otto anni di 'fontì selezionate e di articoli salvati che non andranno in fumo, ma che rendono più complicato l'addio degli utenti. Chi ha aperto oggi il servizio si è già visto comunicare la notizia con una finestra in cui compare un link alle istruzioni per scaricare i propri dati, per non perderli, ed esportarli su altre piattaforme. La protesta collettiva è montata immediatamente, a partire da Twitter. L'hashtag #savegooglereader compare in migliaia di cinguettii, mentre 'Google Reader' è Twitter Trend universale (fra i primi dieci da stamattina) e supera pure 'Pope Francis'. Su Change.org è arrivata la prima 'petizione onlinè che in poche ore ha già superato le 50mila firme virtuali. I fan di Google Reader non avranno invece l'appoggio del presidente Obama, chiamato in causa per chiedere a Google di rivedere la decisione da un'altra petizione online (sulla piattaforma dedicata 'We the Peoplè) che la Casa Bianca, come riporta Mashable, ha cancellato perchè in violazione dei termini di partecipazione.
La notizia non è però proprio inaspettata, qualche avvisaglia era nell'aria. Da tempo il servizio non veniva aggiornato e sul blog dedicato l'ultimo post, prima di quello odierno, risale a ottobre 2011, quando il colosso rimosse la funzione di condivisione dei contenuti letti tramite Reader creando un meccanismo di integrazione con Google+. 'Appellì per salvare Reader arrivano anche da esperti di alcune delle 'bibbiè di settore, da TechCrunch a Mashable. Qualcuno intravede una deriva all'orizzonte per tutti i servizi di feed rss, ma non tutti si disperano e anzi invitano a valutare alternative. Fra le più citate ci sono Feedly e Netvibes, ma anche Fever, NewsBlur e Google Currents.
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