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Il debutto del palermitano Davide Shorty: "Sono qui per sdoganare musica complessa"

Davide Shorty

"Faccio rap, canto, strimpello e scrivo, sono ossessionato dalle parole": si descrive così Davide Shorty in vista del debutto alla 71esima edizione del festival di Sanremo, categoria Nuove Proposte.

Anche se in realtà lui non si può proprio definire nuova come proposta, è già stato protagonista nel 2015 di X-Factor, dal quale uscì come uno dei più acclamati da pubblico e giudici, poi diversi lavori estremamente interessanti con personaggi del calibro di Tormento, Daniele Silvestri, Elio, Johnny Marsiglia o i Funk Shui Project. Oggi Sanremo: "Un paio d’anni fa - racconta all’AGI - ho scritto questa canzone e me la sono immaginata sul palco di Sanremo. Abbiamo cercato di fare in modo di farla arrivare lì, abbiamo lottato con grande determinazione, ci abbiamo creduto".

Un debutto in un’annata non fortunatissima essendo un Festival di Sanremo silenziato dall’emergenza sanitaria: "E' tutto blindato, tutti con la mascherina, ci si dà solo gomitate, ci si sanifica ogni cinque secondi, si sta iper attenti. E’ tutto molto strano ma necessario, io credo che in certe situazioni bisogna adeguarsi".

Allora sarà la musica a parlare, forse ancor più dell’esibizione, con la speranza, come spiega l’artista, che Sanremo possa servire da megafono per la sua musica e che, magari possa "sdoganare dal punto di vista commerciale questo miscuglio di generi della musica un po' più soul, un po' più basata sul groove, con accordi più complessi piuttosto che tre accordi messi in fila. Che possa essere più semplice farsi ascoltare facendo musica più complessa".

Il brano che porterà in gara Davide Shorty, palermitano ma da undici anni di casa a Londra, è un rap, un genere ancora poco esplorato dal Festival della Canzone Italiana, mentre fuori domina praticamente indisturbato ogni classifica. Ci si chiede a questo punto se Sanremo è un posto adatto al rap: "Secondo me si - risponde sicuro Davide Shorty - non solo c'è spazio per il rap ma ci deve essere, perché il rap è un mezzo d’espressione, poi ovviamente ognuno sceglie il suo, ma la modalità non dev'essere un metro di giudizio della qualità".

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