SANREMO. Commozione per Rita Pavone, che ha ritirato, nel corso dell'ultima puntata del festival, il Premio alla Carriera assegnatole dalla Città di Sanremo.
Dopo i ringraziamenti, si è esibita sulle note di 'Cuore'.
Standing ovation anche per lei dopo l'esibizione.
«Sanremo? È un po' come i nostri Grammy - aveva detto tempo fa -. Per questo apprezzo l'impostazione di questi ultimi anni: fuori gli orpelli, spazio alla musica».
«Il festival resta un'istituzione, l'ultimo grande baluardo della musica italiana, un punto di riferimento per chi la ama, in tutto il mondo: mi fa piacere esserci, farò del mio
meglio. Non ho ancora ascoltato i brani: ho davanti un foglio bianco, lo riempirò stasera, spero di cose belle».
E ben venga se il gruppo guidato da Giorgio Moroder si spazia dal maestro Andrea Morricone alla youtuber Greta Menchi:
«Le contaminazioni sono sempre affascinanti, vengono fuori spunti interessanti».
In oltre 50 anni di carriera, dalla Partita di pallone al Ballo del mattone, da Gianburrasca a Geghegè, fino alla tournèe Rita is back o alle scatenate performance sulla pista di
Ballando con le stelle, Rita Pavone è stata soltanto tre volte in gara a Sanremo: nel 1969 con Zucchero, nel 1970 con Ahi ahi ragazzo, nel 1972 con Amici mai: «Era una canzone bellissima, ma fu sbattuta fuori alla prima serata. Ma mi portò fortuna, perchè ebbe successo in Sud America e mi aprì le porte della Francia. Negli anni, ho sempre seguito il festival, che negli ultimi tempi ha trovato nuova spinta e linfa musicale. Carlo Conti e Maria De Filippi? Sono totalmente diversi ma complementari. Lui
è tutto loquacità, una mitraglietta, lei pacata».
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