SANREMO. Se il trionfo del trio Il Volo al festival di Sanremo ha lasciato piuttosto fredda la sala stampa infervorando invece la platea del teatro Ariston, per Carlo Conti, malgrado fosse Raf il suo big preferito, «questa vittoria della canzone 'Grande amorè darà grande soddisfazione all'Italia, a partire dall'Eurofestival». Questi tre ragazzi «fanno proseguire la tradizione del bel canto nel mondo», aggiunge oggi con soddisfazione il conduttore e direttore artistico del festival. «Adesso sono caz..» commenta divertito, nella conferenza stampa notturna, Nek, secondo classificato. Dal canto suo, Malika Ayane, sul terzo gradino del podio, esclama: «I tre ragazzi sono estremamente determinati e hanno una sicurezza di sè meravigliosa che io non ho più». «Con Il Volo ha vinto il sogno, la favola di tre ragazzetti nati in una trasmissione di Rai1, cresciuti e diventati grandi nel mondo», è invece l'opinione di Arisa. «Sono venuti ad omaggiare l'Italia, dopo avere cantato con artisti del calibro di Barbra Streisand. Erano emozionatissimi per la loro partecipazione al festival». Sul podio Arisa avrebbe voluto però Annalisa.
Emma invece è «dispiaciuta artisticamente per l'esclusione di Anna Tatangelo perchè - spiega - ha cantato bene tutte le sere, anche nella serata delle cover». Ma non mancano i suoi complimenti ai «bravissimi» vincitori «per simpatia umana e gradimento artistico». Emma sognava la vittoria di Malika Ayane con 'Adesso e qui (nostalgico presente)', «una bella canzone cantata da un'artista formidabile», dice. Anche
l'endorsement di Rocio Munoz Morales è per Malika. Il Volo divide. La migliore difesa d'ufficio viene dal manager del trio Michele Torpedine che (fino a due anni fa insieme a Tony Renis, ora da solo) tesse i fili di un successo internazionale già abbastanza consolidato, forte dell'enorme
successo ottenuto in tanti anni di lavoro al fianco di Andrea Bocelli. «Anche Andrea venne massacrato dalla stampa. Solo veleno e critiche negative», racconta Torpedine all'ANSA. «Ora è il numero uno al mondo, un monumento. È la migliore rivincita possibile», conclude.
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