SANREMO. In pochi mesi si è ritrovato catapultato dal palco di X Factor a quello del teatro Ariston, ma il successo grande e la popolarità improvvisa non sembrano avere tolto l'umiltà a Lorenzo Fragola, che nel talent di Sky ha spopolato con la benedizione di Fedez, coautore del brano 'Siamo uguali' che il 19enne catanese porta in gara al Festival di Sanremo.
Proprio il rapper, autore dell'inno del Movimento 5 Stelle, è stato il suo 'angelo custode' nel backstage dell'Ariston, nella cosiddetta 'green room', dove insieme a lui ha atteso la chiamata per la performance per poi seguirla sui monitor dietro e quinte ed esultare.
«Conoscendolo, so che Fedez non si sposa tanto con il concetto di Sanremo. Per questo sono ancora più contento della sua presenza qui. Vuol dire che c'è tra me e lui un bel rapporto che va aldilà della musica». Anche i ragazzi con cui si è scontrato ad X Factor stanno seguendo e sostenendo Lorenzo in questa nuova avventura. Chi di loro? «Tutti», risponde. I giornalisti accreditati e il pubblico, tramite il televoto, lo hanno promosso nella prima esibizione. Stasera sarà la volta della cover di 'Una città per cantarè di Ron.
«Non mi riconosco nella parola 'big' - spiega Lorenzo (e sembra sincero) - ma il fatto di concorrere con alcuni dei miei miti mi rende felice. Sono stato accolto bene sia dai coetanei che dagli artisti più grandi di me. Sono timido, avevo timore di avvicinarmi e invece ho ricevuto complimenti anche da cantanti che ho sempre stimato». Tra questi c'è Gianluca Grignani, che ha lasciato a Lorenzo Fragola il suo numero di telefono dicendo di chiamarlo per qualsiasi cosa o per un consiglio.
L'anomalia al Festival è che Fragola, come Bianca Atzei, è un 'big' ma non ha ancora neanche un album al suo attivo. La vittoria di X Factor è stata tuttavia un battesimo del fuoco, «una grande scuola che - racconta Lorenzo - mi ha insegnato tutto quello che c'è da sapere per entrare in questo mondo, dal rapporto con il pubblico a quello con il mezzo televisivo». A Sanremo però c'è una marcia in più: «A X Factor le esibizioni sono sulle basi. Qui l'accompagnamento dell'orchestra è veramente emozionante».
Cantare in italiano o in inglese per lui è indifferente e promette di continuare a farlo in entrambe le lingue. Per il disco di debutto bisognerà aspettare ancora un po' ma, ovviamente, per lui ora è una priorità finirlo, anzi è quasi un'ossessione. «Ho allestito uno studio di registrazione in una stanza di albergo e, appena posso, ci vado per provare qualche arrangiamento o per incidere», racconta. Non è facile trovare tempo libero nel frullatore sanremese e infatti «in molti - conclude - credono che io sia pazzo».
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