
I dati hanno trovato subito eco nazionale, e non poteva essere altrimenti, perché le cifre in questione – dietro cui, va sempre ricordato, ci sono nomi e vite di persone che restano nell’anonimato – spiccano sia rispetto all’andamento storico siciliano sia al confronto con altre regioni, soprattutto di questi tempi, in cui il caos sanità ha ripreso prepotentemente piede nell’agenda del governo regionale: nell’Isola aumentano sia le donazioni che i trapianti di organo. È quanto emerge dal bilancio annuale della Rete trapiantologica italiana, illustrato ieri a Roma dal ministro della Salute Orazio Schillaci e dal direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt) Giuseppe Feltrin, con numeri mai così alti sia per gli organi che per le cellule staminali emopoietiche, in Italia come in Sicilia.
Al di qua dello Stretto, nel 2024 si rileva un rialzo del tasso di donazione per milione di popolazione (Pmp) pari al 5,7% sul 2023, l’incremento più consistente del Paese, che ha portato l’asticella siciliana fino a 21,2 donatori Pmp, ancora al di sotto della media nazionale (30,2) e lontana dal primato toscano (49,4) ma al primo posto fra i territori del Mezzogiorno. A trainare è la crescita della donazione a cuore fermo, quella da pazienti la cui morte viene accertata dopo un arresto cardiaco di almeno 20 minuti: nell’Isola le segnalazioni di questa tipologia di donatori sono salite in un anno del 10%, con 170 unità rispetto alle 154 del 2023. Ma in Sicilia spicca anche il calo delle opposizioni al prelievo degli organi nelle rianimazioni, dove la soglia di chi ha rifiutato la donazione è scesa del 10,2%. Quanto ai trapianti di organo, nella regione se ne contano 344, ossia 64 per milione di persone, 22 in più su base annuale: anche in questo caso è la quota più alta del Sud e tra le più alte d’Italia.
Il territorio, inoltre, risulta quarto per trapianti di cuore (40), quinto per i polmoni (15) e settimo per reni (164) e fegato (121). Per quest’ultima tipologia «si tratta del record siciliano», evidenzia il coordinatore regionale del Cnt Giorgio Battaglia, che in «questi ottimi risultati» vede «un sintomo di buona sanità, perché donazioni e trapianti sono possibili solo grazie all’interconnessione di varie professionalità: quando la rete funziona, vuol dire che c’è un’ottima organizzazione. Per questo è doveroso ringraziare tutti, cominciando dai donatori e dalle loro famiglie fino ai reparti di rianimazione, ai nostri operatori e a chi esegue i trapianti, ossia l’Ismett per tutti gli organi, il Civico di Palermo e il Policlinico di Catania per il rene». Soddisfatto anche il governatore Schifani, per il quale i dati «testimoniano che si sta colmando il divario tra Nord e Sud. Un risultato del quale dobbiamo essere tutti orgogliosi perché ottenuto grazie a un lavoro di squadra che mette insieme l’efficienza del sistema sanitario regionale e la generosità di tanti siciliani». Resta il nodo delle dichiarazioni di volontà, di coloro che all’atto del rilascio della carta d’identità elettronica hanno scelto di registrare un “no” a un’eventuale donazione dopo la morte: nell’Isola sono in aumento del 5,5%.

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