Venerdì 20 Dicembre 2024

Trent'anni senza Nicholas, il bimbo simbolo del dono degli organi

Nicholas Green

Trent’anni fa la morte di Nicholas Green e la decisione della famiglia di donarne gli organi, scosse l’Italia intera. Ora i genitori del bambino diventato simbolo del dono più grande, tornano insieme in Italia, per ricordare la strada fatta e quella da fare. Il 2023, infatti, è stato un anno record per donazioni di organi, con quattromila trapianti. Ma ancora la lista di chi attende un cuore o un polmone è lunga. Scuole, giardini pubblici e strade in tante città italiane sono ancora dedicate a Nicholas. La vita della sua famiglia, residente in California, cambia all’improvviso il 29 settembre del 1994, durante una vacanza in Italia. Mentre viaggia sull’autostrada Salerno-Reggio, la macchina con a bordo Reginald Green, la moglie Maggie e i due figli, viene affiancata da un’auto da cui parte una scarica di proiettili. Nicholas, 7 anni, viene trasportato d’urgenza al policlinico di Messina ma dopo due giorni ne viene accertata la morte cerebrale. I genitori decidono di donarne gli organi, determinando un’ondata di solidarietà che travolge l’Italia e un’impennata di donazioni, in un’epoca in cui a farlo erano pochissimi: venne chiamato l’Effetto Nicholas. Molto da allora è cambiato. Indicare la propria volontà di donare gli organi oggi può esser fatto al momento del rinnovo della carta di identità. Ma ancora sono tante le opposizioni. Nonostante lo scorso anno, in Italia, il numero delle donazioni superato per la prima volta quota 2mila, permettendo di eseguire quasi 4.500 trapianti (il 15% in più del 2022), il numero degli organi disponibili non è ancora sufficiente ad assicurare per tutti coloro che ne hanno bisogno e i pazienti in attesa sono oltre 8mila. Il 26 settembre un convegno ospitato all’Ospedale Bambino Gesù dove fu realizzato il delicato intervento di trapianto del cuore di Nicholas su un ragazzo 15enne, celebrerà i trent’anni di trapiantologia pediatrica. Tra gli ospiti anche Reginald e Maggie. «Nicholas ci manca ancora ogni giorno ma speriamo che le persone pensino a lui come a un bambino che ha contribuito a rendere il mondo un posto migliore».

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