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Aborto, la Cgil: «In Sicilia pochi medici non obiettori di coscienza»

L’affondo del sindacato: «Attacco in corso all’autodeterminazione delle donne»

«In Sicilia i medici non obiettori sono pochi. Accade allora che il carico di lavoro per ginecologo per singola struttura raggiunge il valore di 16.1 a fronte di una media nazionale di 9. Inoltre, il 16,7% degli interventi eseguiti fuori provincia». Lo rileva la Cgil Sicilia nella giornata internazionale per l’aborto libero e sicuro.

La responsabile per le Politiche di genere del sindacato, Elvira Morana, e la segretaria regionale Gabriella Messina sottolineano come «lo scarso numero di non obiettori e i pochi interventi non siano fattori neutrali, ma sintomatici dell’attacco in corso all’autodeterminazione delle donne».

Le esponenti della Cgil osservano che «sono dati del ministero che sollecita i referenti regionali a superare le criticità con una corretta programmazione». «Nella nostra regione, peraltro, - aggiungono - nonostante da anni si chieda un confronto sul percorso nascita, sui consultori, sull’interruzione volontaria di gravidanza, sulla medicina di genere, anche alla luce di quanto tracciato per la medicina territoriale, il confronto viene negato permanendo le criticità esistenti». Per la Cgil si tratta di «una forma di violenza sulle donne che si configura come ingerenza finalizzata a non consentire una libera scelta».

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