La salmonella, di cui si parla molto nelle ultime ore per i temuti legami con alcuni lotti di cioccolato Kinder, è un genere di batteri responsabile di una delle infezioni gastrointestinali più comuni nei Paesi industrializzati: la salmonellosi.
Salmonellosi, come si contrae l'infezione
L'infezione che deriva dalla salmonella avviene soprattutto per l'ingestione di cibi che in qualche modo sono stati contaminati durante la conservazione e la produzione. La salmonellosi rientra, più in generale fra le intossicazioni alimentari. Può essere trasmessa dagli animali. Ad esempio mangiando carne, uova e latte derivanti da animali infetti e consumati senza un trattamento termico adeguato. Oppure la trasmissione può avvenire per essere venuti a contatto con il materiale fecale di animali o di persone infette.
Alimenti a rischio salmonellosi
Gli alimenti considerati più a rischio per la salmonellosi sono: uova crude (o poco cotte) e derivati a base di uova (salse o creme a base di uova crude); carne e derivati (specialmente pollame crudo o poco cotto); pesci, crostacei, molluschi; prodotti non pastorizzati (latte crudo e derivati del latte crudo); frutta e verdura (angurie, pomodori, germogli di semi, meloni, insalata, sidro e succo d'arancia non pastorizzati), preparati per dolci, creme, gelato artigianale e commerciale.
I sintomi della salmonellosi
Da febbre, crampi addominali, vomito e diarrea ai forme più gravi. I sintomi più gravi della salmonellosi si manifestano soprattutto su persone già debilitate da altre malattie.
Come si cura la salmonellosi
Sconsigliato il trattamento antibiotico perché solitamente si tratta di infezioni di lieve entità. I sintomi normalmente regrediscono nel giro di 4-7 giorni. La principale misura terapeutica? Riposo e assunzione di liquidi, utili per compensare l'acqua ed i sali persi con il vomito e la diarrea. Molto utile anche la somministrazione di fermenti lattici e probiotici per ricostituire la flora batterica.