Cambiano le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per il rilascio dall’isolamento dei pazienti che hanno contratto l’infezione da nuovo coronavirus. Non servono più necessariamente due tamponi negativi a distanza di almeno 24 ore, oltre alla guarigione clinica. Le linee guida provvisorie dell’Oms aggiornate il 27 maggio prevedono che bastino tre giorni senza sintomi (inclusi febbre e problemi respiratori).
«I criteri aggiornati - specifica l’Oms - riflettono i recenti risultati secondo cui i pazienti i cui sintomi si sono risolti possono ancora risultare positivi per il virus SarsCoV2 mediante tampone RT-PCR per molte settimane. Nonostante questo risultato positivo del test, è improbabile che siano infettivi e pertanto che siano in grado di trasmettere il virus a un’altra persona».
L’Oms fornisce anche degli esempi: «se un paziente ha avuto sintomi per due giorni, potrebbe essere esentato dall’isolamento dopo 10 giorni più 3, pari a 13 giorni dalla data di insorgenza dei sintomi; un paziente con sintomi per 14 giorni, può essere dimesso (14 giorni più 3 giorni, pari a 17 giorni dopo la data di insorgenza dei sintomi; con sintomi per 30 giorni, il paziente può essere dimesso (30 giorni più 3 , quindi 33 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi)».
Le nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità potrebbero portare novità importanti anche in Italia. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha infatti invitato il Comitato Tecnico Scientifico (Cts). «Le nuove linee guida dell’Oms relative alla modalità di certificazione della guarigione segnano un cambiamento che può incidere significativamente sulle disposizioni finora adottate e vigenti nel nostro Paese», ha scritto il ministro al Comitato. "Chiedo - ha aggiunto nella lettera - di poter affrontare il delicato tema nel Cts, fermo restando il principio di massima precauzione che ci ha guidato finora».
Le nuove indicazioni dell’Oms hanno aggiornato le linee guida provvisorie dello scorso 27 maggio alla luce delle recenti scoperte secondo le quali chi ha superato la Covid-19 può risultare positivo ancora per settimane ai test basati sulla ricerca di particelle del virus SarsCoV2 nei campioni biologici prelevati con il tampone. «Nonostante i test positivi, rileva l'Oms - è improbabile che questi pazienti siano infettivi e di conseguenza è improbabile che siano in grado di trasmettere il virus a un’altra persona».
Si tratta quindi, rileva l’Oms, di un aggiornamento alla luce «delle modifiche apportate alla gestione clinica della guida Covid-19, sulla base di recenti evidenze scientifiche». Ancora una volta si tratta di modifiche provvisorie perché suscettibili di ulteriori aggiornamenti non appena ci saranno nuove evidenze scientifiche. Alla luce dei nuovi criteri i criteri per uscire dall’isolamento senza dover ripetere il test riguardano i pazienti sintomatici, per i quali è necessario attendere dieci giorni dall’insorgenza dei sintomi, più almeno 3 giorni aggiuntivi senza sintomi (inclusi febbre e problemi respiratori); per i casi asintomatici è necessario attendere dieci giorni dopo il test positivo. La stessa Oms riconosce che i nuovi criteri mettono sul piatto della bilancia rischi e benefici e, rilevando che «esiste un rischio residuo minimo che la trasmissione possa avvenire», considera che «ci possono essere situazioni in cui un rischio residuo minimo è inaccettabile, ad esempio, in soggetti ad alto rischio di trasmettere il virus a gruppi vulnerabili o in ambienti ad alto rischio». In queste situazioni, conclude l’Oms, "può ancora essere utile un approccio basato sui test».
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