Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Giornata internazionale dell'Ostetrica, l'omaggio ai professionisti in prima linea contro il coronavirus

Mani che creano, mani che abbracciano, mani che seguono letteralmente la nascita di una nuova vita. La memoria di una donna, quando pensa agli operatori che l’hanno assistita durante il parto, si sofferma maggiormente sul tocco delle mani che si sono prese cura del proprio corpo e di quello del loro bambino. È partendo da questo concetto che le mani sono state scelte come tema centrale della Giornata Internazionale dell’Ostetrica che si celebra oggi, martedì 5 maggio, in oltre 50 Paesi, Italia compresa.

L’iniziativa, coordinata dalla Confederazione Internazionale delle Ostetriche, in partenariato con tutte le organizzazioni che ne fanno parte, è nata nel 1991 dalla necessità globale di riconoscere il lavoro delle ostetriche di tutto il mondo e di porre sempre maggiore attenzione ai problemi di salute materna e neonatale.

In questo 2020, che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha voluto dedicare proprio a questa figura professionale e a quella degli infermieri, questa giornata rappresenta l’occasione per ringraziare tutte le ostetriche che, nell’emergenza Coronavirus, hanno dimostrato di saper reinventare il proprio ruolo e modificare le usuali modalità di lavoro in funzione delle nuove esigenze, sia in ambito ospedaliero che domiciliare.

Il RCOG (Royal College of Obstetricians and Gynaecologists) suggerisce alle donne di farsi assistere da ostetriche anche sul territorio, date le competenze specifiche ed appropriate nella gestione di gravidanza, parto e neonato, ancor di più oggi. Le società scientifiche italiane SISOGN e SYRIO sostengono le stesse indicazioni e chiedono agli organi di Governo ai vari livelli, nonché ai gestori delle aziende sanitarie, di metterle in atto nella piena consapevolezza della situazione di particolare emergenza, arruolando ostetriche (caregivers appropriate nel percorso nascita) attraverso graduatorie concorsuali aperte e avvalendosi di libere professioniste e di associazioni territoriali, perché, ad oggi, l’ospedalizzazione, se necessaria, va ridotta ai minimi termini, favorendo dimissioni precoci e assistenza domiciliare.

«In base ai dati scientifici raccolti, abbiamo notato come l’assistenza ospedaliera sia insufficiente e necessiti di un’implementazione attraverso un servizio territoriale, ovvero attraverso ostetriche che vadano fin dentro le case per offrire una migliore qualità di cure, sia alla donna, nelle varie fasi della sua vita, che al neonato - spiega Roberta Carbonaro, ostetrica siciliana, operante come libera professionista nella provincia di Catania, facente parte di Ostetriche: Donne per Donne, una delle realtà promotrici della Giornata Internazionale dell’Ostetrica a livello italiano -. In Italia, si contano circa 23 mila ostetriche, di cui 17.300 ospedaliere, in misura minore sul territorio come libere professioniste, sono poche anche le case di maternità, ovvero quelle strutture in cui si ricreano le caratteristiche di una vera casa, dove l’esperienza della maternità e della genitorialità viene accompagnata dall’assistenza di ostetriche. Negli ultimi anni, uno dei fenomeni che ha caratterizzato l’assistenza alla nascita nel nostro Paese, è stata la crescente medicalizzazione che non ha equivalenti in altri Paesi dell’Unione Europea, dove l’ostetrica viene vista come figura professionale di riferimento che dà voce ai diritti delle donne, alla luce delle nuove evidenze».

«Le donne di oggi - continua l’esperta - sono sempre più consapevoli di quanto l’evento nascita sia così fondamentale e importante da non poter essere lasciato al caso. Molte più coppie, anche a causa dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, si sono riavvicinate alla fisiologia, alla naturalità del travaglio e del parto, seguite e supportate da figure professionali e competenti».

Tante di queste coppie, in queste ore, stanno prendendo parte alla campagna social promossa dalla Confederazione Internazionale delle Ostetriche, postando foto sul proprio profilo che le ritraggono in compagnia dei loro bimbi, per ringraziare le professioniste che le hanno assistite.

Chiunque volesse partecipare all’iniziativa, può farlo facendo seguire foto e video con gli hashtag #IDM2020, #ostetricheperledonneorapiùchemai, #perfarsentirelatuavoce, #ioringraziolamiaostetrica (tag con il nome dell’ostetrica).

Maggiori informazioni sono disponibili sulla pagina Facebook Ostetriche: Donne per Donne.

Caricamento commenti

Commenta la notizia