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La relazione del Ministero: in Italia sempre più celiaci, in due anni sono aumentati di 11 mila unità

ROMA. I celiaci, nel nostro Paese, sono sempre di più, tanto che in soli due anni gli italiani colpiti da questa malattia sono aumentati di circa 11mila unità.

A fronte di tali cifre, la buona notizia è che con i nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea) vengono incentivate cure e tutele, anche se resta una sfida per il nuovo anno: rendere finalmente omogenei i servizi in tutte le Regioni.

È il quadro che emerge dalla 'Relazione annuale 2015 al Parlamento sulla celiachià del ministero della Salute.

Rispetto alla prima Relazione, del 2007, le diagnosi di celiachia sono passate da 64.398 a 182.858 e ciò è avvenuto, chiarisce il ministero, «grazie soprattutto alla sensibilizzazione dei medici e degli operatori sanitari».

Il maggior numero di celiaci si registra in Lombardia (17,7% pari a 32.408) e al secondo posto, a pari merito, la Campania e il Lazio (9,7% pari a 17.777).

«La celiachia - sottolinea il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nella prefazione - è la più frequente intolleranza alimentare e colpisce circa l'1% della popolazione mondiale ed i soggetti affetti devono escludere rigorosamente il glutine dalla propria dieta. Con l'entrata a regime del nuovo protocollo diagnostico del 2015 - rileva il ministro - già dal prossimo anno si prevede però un forte abbattimento dei tempi che intercorrono tra i primi sintomi e la diagnosi definitiva. La diffusione delle informazioni, l'aumento dell'attenzione degli operatori e della consapevolezza della collettività, supportate dall'applicazione in maniera efficace della normativa, rendono tuttavia questa condizione sempre più agevole da affrontare quotidianamente, sia per il celiaco che per le
persone che lo circondano».

Ed un ulteriore aiuto verrà dai nuovi Lea: la proposta di aggiornamento dei LEA, attualmente all'esame delle Commissioni parlamentari competenti, prevede infatti lo spostamento della celiachia dall'elenco delle malattie rare a quello delle malattie croniche invalidanti e la nuova collocazione, afferma il ministero, «consente agli assistiti di usufruire, in regime di esenzione, di tutte le prestazioni sanitarie appropriate per il monitoraggio della malattia e delle sue complicanze, e per la prevenzione degli ulteriori aggravamenti, mentre le prestazioni specialistiche per giungere alla diagnosi non saranno più in esenzione».

Sul fronte dell'assistenza integrativa relativa agli alimenti senza glutine, ai fini di garantire un'alimentazione equilibrata, è stato inoltre confermato il diritto all'erogazione gratuita dei prodotti tramite un sostegno economico all'acquisto di alimenti sostitutivi. Se infatti la celiachia è una patologia cronica, spesso a rischio di complicanze, una corretta diagnosi unita ad un corretto stile alimentare possono però portare alla completa remissione dei sintomi. Per il 2017, conclude il ministero, si pone però una sfida decisiva: dare piena applicazione al nuovo protocollo diagnostico per garantire «l'opportunità ai cittadini di avere servizi omogenei in ogni Regione, senza doversi allontanare necessariamente dalla propria sede di residenza».

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