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L'Aids continua a colpire in tutto il mondo, ma meno casi in Italia

ROMA. Sono 36,7 milioni le persone con Hiv nel mondo, mentre i casi in Italia registrano un calo anche se le nuove diagnosi di infezione nel 2015 hanno registrato la cifra di 3.450.

Sono i dati diffusi ieri dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, in occasione della giornata mondiale contro l'Aids. L'Hiv continua a rappresentare un problema di sanità pubblica e nel 2015 in Italia si sono registrate 3444 nuove diagnosi di infezione da Hiv, pari a 5,7 nuovi casi per centomila residenti.

Dal 2010 l'incidenza è in costante lieve diminuzione, sia negli uomini che nelle donne. Nel periodo 2009-15, le nuove diagnosi di Hiv sono state 27.143. Con queste cifre, l'Italia si pone al tredicesimo posto in Europa per numero di infezioni. Negli anni, inoltre, si è osservato un aumento dell'età media alla diagnosi ed un cambiamento delle modalità di trasmissione: diminuisce la proporzione di consumatori di sostanze per via iniettiva, ma aumenta la proporzione dei casi attribuibili a trasmissione sessuale.

Nel 2015, inoltre, il 32,4% delle persone con una nuova diagnosi di infezione di Hiv aveva eseguito il test. Per quanto riguarda invece i casi di Aids conclamato, nel 2015 ne sono stati diagnosticati in Italia 789, pari ad un'incidenza di 1,4 nuovi casi per 100000 residenti. Anche l'incidenza di Aids è in lieve costante diminuzione negli ultimi 3 anni.

Sempre nel 2015, poco meno di un quarto delle persone diagnosticate con Aids aveva eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi. Nell'ultimo decennio è inoltre aumentata la proporzione delle persone con diagnosi di Aids che ignorava la propria sieropositività e ha scoperto di essere Hiv positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di Aids, passando dal 20,5% del 2006 al 74,5% del 2015.

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