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Diagnosi più precoci e cure su misura, dallo spazio le nuove armi anti-cancro

ROMA. Dalle tecniche di analisi dei miliardi di dati che arrivano ogni giorno dalla ricerca spaziale è nata una rivoluzione sui metodi di ricerca contro il cancro, con diagnosi più precoci e cure su misura.

È il frutto dell'accordo tra il Jet Propulsion Laboratory della Nasa e il National Cancer Institute degli Stati Uniti nato 15 anni fa e rinnovato adesso per altri 5. Ogni giorno satelliti e telescopi spaziali inviano a Terra un'incredibile quantità di dati, un 'mare" in cui sarebbe impossibile non perdersi senza l'uso di sofisticati algoritmi capaci di mettere ordine.

È il cosiddetto problema dei Big Data e le difficoltà fondamentali sono quelle di riuscire a identificare i dati importanti in mezzo a quello che sembra un caos di numeri e mettere ordine tra i dati in arrivo da strumenti o centri di ricerca che usano metodi di catalogazione differenti.

Analogo problema si sono trovati davanti i ricercatori di Early Detection Research Network (Edrn), un progetto per raccogliere dati da vari centri e identificare le firme genetiche e molecolari dei tumori. Il muro che si sono trovati davanti era quello di uniformare i dati «e il Jpl ci ha detto: affrontiamo queste cose di continuo!», ha spiegato Sudhir Srivastava, responsabile di Edrn.

È nata così una collaborazione che in 15 anni ha portato molti frutti, tra cui nuovi test diagnostici per il riconoscimento dell'insorgenza del cancro usati finora da 1 milioni di pazienti negli Usa. Il nuovo accordo di collaborazione tra i due centri coincide anche con l'allargamento del progetto a Regno Unito, Cina, Giappone, Australia, Israele e Cile.

«Più ci espandiamo più dati possiamo integrare - ha spiegato Christos Patriotis, direttore del gruppo di ricerca del National Cancer Institute - al posto di essere come dei 'silos' isolati adesso i nostri partner possono integrare le loro scoperte. Ogni sistema può parlare con l'altro».

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