ROMA. Sulla telemedicina i paesi europei si stanno muovendo a diverse velocità, ma chi è rimasto indietro può recuperare velocemente. Lo ha affermato Tapani Piha, responsabile per l'eHealth della direzione generale salute e consumatori della Commissione Europea durante una conferenza organizzata dal ministero della Salute all'interno della European Telemedicine Conference a Roma. «Alcuni paesi sono più avanzati, altri meno - ha spiegato Piha -. Sulla cartella clinica elettronica ad esempio un terzo dei paesi l'ha completamente adottata, un terzo è in fase avanzata di sperimentazione mentre i restanti sono appena all'inizio. Nel primo gruppo però non ci sono solo i 'soliti noti', ma anche Grecia e Estonia, e questa è la dimostrazione che questo tipo di tecnologie è per tutti». I numeri per l'Italia, è emerso durante la conferenza, sono per certi versi simili a quelli europei, con alcune regioni più avanti rispetto alle altre. In particolare la cartella clinica elettronica è completamente operativa in circa un quinto delle Regioni, in un altro quinto è in fase di attivazione mentre nelle altre è ancora allo stato di progettazione o di sperimentazione. Per cartella clinica si intende quel documento che raccoglie tutte le informazioni necessarie a rilevare il percorso diagnostico-terapeutico di un paziente, al fine di stabilire le cure da somministrare.