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Dirigenti regionali, rotazioni e cambi: in scadenza i contratti di diciotto superburocrati

Non era all’ordine del giorno della riunione andata in scena ieri a Palazzo d’Orleans. Ma la giunta ha ugualmente dato il via al valzer dei dirigenti regionali. Una manovra in due atti che in prima battuta riguarda 18 delle poltrone più influenti alla Regione. Nel frattempo, sempre ieri, il presidente Schifani ha anche ritirato il disegno di legge in discussione all’Ars che avrebbe rivoluzionato i criteri di nomina dei superburocrati. Si va avanti quindi con le vecchie regole.

Giornata caldissima a Palazzo d’Orleans. Presidente e assessori hanno aperto il dossier Dirigenti. Partendo da un dato di fatto: a febbraio scade quasi la metà dei contratti degli attuali dirigenti, ben 18. E di questi, almeno una decina non può essere rinnovata (salvo eccezioni motivate) per vincoli legislativi. Dunque, almeno in questa fase, si prevede la rotazione o la sostituzione di una decina di super burocrati. «Alcuni contratti non saranno rinnovati, in altri casi procederemo a una rotazione degli incarichi» si è limitato a illustrare Schifani.

E tuttavia il dossier cita esplicitamente i casi dei contratti in scadenza che non potrebbero essere rinnovati perché il dirigente attuale ha trascorso già più di cinque anni nella stessa postazione (limite massimo previsto dalle norme anticorruzione). In questa situazione ci sono figure di primo piano come Dario Cartabellotta all’Agricoltura, Maurizio Pirillo alla Formazione, Carmelo Frittitta alle Attività Produttive, Calogero Beringheli all’Urbanistica, Silvio Cuffaro alle Finanze, Carmen Madonia alla Funzione Pubblica, Salvo Cocina alla Protezione Civile. Sono, tra l’altro, i dipartimenti dal portafogli più pesante.

In alcuni casi Palazzo d’Orleans non esclude una deroga al vincolo dei cinque anni visto che si tratta di dirigenti impegnati sulle principali emergenze di questi anni: dunque è prevedibile un nuovo incarico almeno per Cocina, Madonia e Cuffaro. Allo stesso modo è quotatissima una proroga dell’incarico per Vincenzo Falgares alla Programmazione malgrado il contratto in scadenza.
Per tutti gli altri si aprirà il valzer delle sostituzioni e rotazioni, che coinvolge un’altra decina di nomi.

Fra gli incarichi in scadenza, per quanto in questi casi non sia stato superato il limite dei 5 anni, ci sono anche quelli di Letizia Di Liberti (Famiglia), Vitalba Vaccaro (Innovazione Tecnologica), Salvo Taormina (Enti Locali), Patrizia Valenti (Ambiente), Salvo Battaglia (Corpo Forestale), Giovanna Segreto (Istruzione), Mario La Rocca (Beni Culturali). È prevedibile, in base al primo giro di consultazioni fatto ieri in giunta, che le principali novità arrivino da queste aree della Regione.

Si vedrà. E pure a breve, visto che l’operazione parte, da un punto d i vista formale, con gli atti di interpello che la giunta ha deciso ieri di pubblicare subito. Scatterà quindi una corsa all’autocandidatura che coinvolgerà gli attuali dirigenti generali e quelli che dalla terza fascia aspirano al salto di categoria. Mentre è blindata (dalla legge) la conferma degli unici due dirigenti di seconda fascia col contratto in scadenza: Antonio Cono Catrini (Autorità di certificazione dei programmi cofinanziati dalla commissione europea) e Alberto Pulizzi (Pesca).
Gran parte degli altri contratti dei dirigenti generali scadrà fra la primavera e l’estate (fra questi quello del Ragioniere generale Ignazio Tozzo e del capo della Pianificazione Strategia della Sanità Salvatore Iacolino).

E dunque a stretto giro ci sarà un secondo giro di valzer. Anche se il piano originario di ampliare, e di molto, il novero dei papabili si è fermato ieri. Il presidente Schifani ha annunciato ieri il ritiro del disegno di legge che avrebbe introdotto la fascia unica della dirigenza, equiparando così tutti gli attuali 700 dirigenti. Un testo avversato daglio attuali superburocrati (dunque a evidente rischio di franchi tiratori in aula) e sul quale si era innestata una norma che molto sta facendo discutere alla Regione: quella che avrebe permesso la stabilizzazione, col ruolo dirigenziale, di una quarantina di comandati alla Regione da altri enti pubblici.

Una norma avversata da tutti i sindacati perché premierebbe funzionari con parenti di primo piano nella galassia amministrativa e politica della Regione. Ieri su tutto questo Schifani ha annunciato lo stop: «Ho concordato con l’assessore Andrea Messina la decisione di chiedere all'Ars il ritiro dell'intero disegno di legge sulla funzione pubblica per approfondimenti».

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