
La data era stata segnata in agenda martedì scorso, poi cancellata dopo l’apertura all’ascolto da parte del governatore Schifani, poi invece riconfermata e adesso, salvo colpi di scena, «congelata» in attesa della riunione convocata per il 21 gennaio dal Dipartimento della pianificazione strategica presso l’assessorato regionale della Salute.
Un incontro con le associazioni degli ambulatori e dei laboratori privati accreditati, che dovrebbe definitivamente scongiurare lo sciopero e la manifestazione regionale fissati per giorno 24 corrente mese, indetta dalla categoria contro il nuovo Nomenclatore ministeriale delle prestazioni sanitarie, che riduce fino al 50% le tariffe di visite ed esami.
Sul tavolo, la possibilità, già ventilata dal numero uno di Palazzo d’Orleans, di sopperire ai tagli di Roma attraverso risorse della Regione, dribblando in qualche modo i vincoli di spesa del piano di rientro cui la Sicilia è vincolata da circa un ventennio.
L’appiglio potrebbe darlo la Finanziaria nazionale, che all’articolo 1 comma 322 delinea la possibilità, anche per i governi regionali ancorati a limiti di stanziamento, di superare le tariffe massime imposte dallo Stato, ma la strada non è in discesa, perché bisognerà comunque trovare risorse ad hoc.
«Quel che è certo, al momento, è che lo stato di agitazione del comparto rimane, insieme al rifiuto di erogare alcune prestazioni in regime di convenzione giudicate sottocosto, «perché è impensabile», spiega Salvatore Gibiino coordinatore del Cimest (nella foto), l’intersindacale che rappresenta quasi tutte le sigle di categoria, «che i nostri laboratori di analisi o i centri medici accreditati garantiscano, solo per fare qualche esempio, una visita cardiologica ribassata da 12 a 6 euro, o la ricerca dell’antigene per la diagnosi del tumore prostatico da 8 a 4 euro, o l’emoglobina per la ricerca del diabete da 7,4 a 4,6 euro. Così lavorare è impossibile».
Intanto, mentre dall’assessorato fanno sapere che sono ormai risolti i problemi di disallineamento informatico e interpretativo tra nuovo Tariffario e codici regionali, sull’altro fronte, quello dalla sanità pubblica, tra le varie criticità resta il nodo delle aggressioni al personale medico-infermieristico, con il segretario generale Cisl Fp Sicilia, Daniele Passanisi, che oltre all’approccio approccio securitario auspica «un’opera culturale che restituisca agli operatori sanitari il loro ruolo e la loro dignità.
Per metterla in atto, e per ribadire il principio che medici e infermieri sono innanzitutto persone che dedicano la propria vita alla cura dell’altro, chiediamo che sia l’assessorato alla Salute a intervenire con misure chiare, tali da mettere fine non solo agli atti di violenza ma al clima di ostilità che si è instaurato contro questi lavoratori».

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