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Esposto del Pd alla Procura e alla Corte dei Conti, sotto accusa il sistema di approvazione della Finanziaria

Segretario siciliano Pd Barbagallo

Il Pd va in Procura. E pure alla Corte dei Conti. La segreteria regionale dei Dem ha deciso ieri di inviare un esposto ai magistrati penali e contabili per segnalare anomalie e presunte violazioni di leggi nel procedimento che ha portato all’approvazione della Finanziaria il 28 dicembre scorso. E così la polemica su quel maxi emendamento che vale un centinaio di milioni e che mette insieme 1.206 voci di finanziamenti ad hoc e senza bando per feste, sagre e iniziative dei Comuni fa un upgrade. E allarga la frattura a sinistra fra i vertici del Partito democratico e il gruppo parlamentare, che alla stesura della Finanziaria ha collaborato pur votando poi contro.

La tregua per il Capodanno è terminata ieri mattina. Quando Sergio Lima, componente della direzione nazionale del Pd, ha reso noto che «non appena la Finanziaria verrà pubblicata in Gazzetta ufficiale presenterò un esposto alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica». Per Lima «questa modalità di finanziamento viola i principi generali di finanza pubblica soprattutto nella parte in cui si parla di integrità, correttezza, trasparenza, congruità e imparzialità dell’azione legislativa».

Sotto accusa è finito il sistema che ha guidato la redazione e poi il voto del testo della manovra. Una valanga di fondi pubblici è stata indirizzata dai deputati all’Ars verso fondazioni e Comuni amici. Che poi a loro volta - è il sospetto generalizzato - canalizzeranno questi fondi sui collegi elettorali aggirando così il gentlemen agreement di non finanziare quest’anno associazioni amiche. È l’evoluzione del sistema che l’anno scorso ha permesso di finanziare, tramite gli enti dello spettacolo e del turismo, sigle vicine o direttamente di proprietà di alcuni deputati (il caso più clamoroso è quello del meloniano Carlo Auteri).

Con questo accordo maggioranza e opposizione si sono divisi un budget di circa 100 milioni. E così è nato il maxi emendamento votato all’alba del 28 dicembre: è il frutto della collaborazione fra centrodestra e Pd e 5 Stelle, come ha maliziosamente rilevato il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno sottolineano il «ruolo responsabile assunto dall’opposizione».

Ogni deputato ha avuto un budget di circa un milione per assegnare contributi senza bando. E ci sono parlamentari del Pd che hanno presentato decine di emendamenti-mancia esattamente come i colleghi del centrodestra. Ciò non è passato inosservato a Roma: la segretaria nazionale Elly Schlein aveva fatto trapelare alla vigilia del voto della Finanziaria la sua contrarietà al patto fra Pd e maggioranza sui contributi invitando a proporre solo norme di ampio respiro.

Da qui la mossa di ieri di Lima. Che ha una copertura anche da parte della segreteria regionale. Anthony Barbagallo ha detto ieri che il partito sostiene la linea degli esposti alla magistratura. Di più: per Barbagallo ci sarebbero gli estremi anche per ipotizzare il reato di voto di scambio da parte dei deputati dell’Ars (di maggioranza e di opposizione) che «hanno utilizzato la Finanziaria per spostare consenso sul territorio in cambio di promesse o finanziamenti».

E così mentre sui social i deputati di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Dc, Mpa e Noi Moderati «pubblicizzano» i loro emendamenti ad hoc per feste, sagre e mini opere pubbliche, nel Pd il clima si è surriscaldato. Complice il dibattito sul congresso regionale che sta contrapponendo proprio l’uscente (e ricandidato) Barbagallo, espressione diretta della Schlein, a molti deputati all’Ars che si iscrivono alla corrente Bonaccini.

Ieri il capogruppo Michele Catanzaro non ha voluto commentare la decisione della segreteria del Pd. Ma nei giorni scorsi, pur ricordando il voto contrario alla Finanziaria, ha difeso la linea dialogante: «Il gruppo del Pd ha tenuto un atteggiamento di ferma responsabilità, siamo riusciti ad evitare di disperdere le risorse. Abbiamo lavorato per inserire quantomeno alcune misure che riteniamo necessarie, ad iniziare dal finanziamento per il trasporto pubblico degli alunni e dei disabili, il potenziamento dei fondi per i Comuni, l’aumento del sostegno dei soggetti autistici».

E pure Fabio Giambona, uno dei deputati più monitorati per la moltiplicazione di emendamenti che stanziano contributi, ha difeso la linea del gruppo Pd: «In un quadro ostico come quello attuale non si può tener conto solo degli interventi territoriali. Il Pd siciliano ha lavorato molto per migliorare un testo carente presentando iniziative concrete e strutturali che mirano alla crescita e allo sviluppo della Sicilia, a cominciare dal sostegno rinnovato alle consulte giovanili e alle donne siciliane».

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