La location all’interno del Quirinale deve essere ancora decisa anche se probabilmente il presidente dovrebbe confermare lo stand up modello giornalistico che ha adottato qualche anno fa, senza mai più abbandonarlo, per il suo decimo discorso di fine anno. Un discorso che sarà in continuità con gli interventi in occasione degli auguri natalizi con le alte cariche dello Stato e con i vertici istituzionali, ma anche con il discorso agli ambasciatori italiani e agli ambasciatori esteri. Una continuità ideale che in questo caso, si ricorda in ambienti vicini al Capo dello Stato, si rivolge soprattutto ai cittadini.
Molte cose dette in queste tre precedenti occasioni, ovviamente, non saranno contenute nel discorso di fine anno di Sergio Mattarella. Un modo per dire che non ci si devono aspettare argomenti da retroscena o da nota politica, perché appunto sarà un discorso rivolto a tutti gli italiani. Dunque, niente letture e interpretazioni per un intervento che sarà diretto e partirà proprio dalle attese e dalle paure dei cittadini.
Un discorso chiaro e colloquiale, con lo stile asciutto e diretto che lo ha sempre caratterizzato. Una scelta stilistica che segna la volontà di raggiungere il più ampio numero di persone possibile e attraverso la quale messaggi universali come la ricerca della pace, il contrasto alla violenza e il riconoscimento delle libertà altrui sono sempre in primo piano. E tutto ciò toccando temi che spaziano dalle complesse vicende internazionali, fino alle più delicate questioni sociali ed economiche.
In primo piano, quindi, la situazione internazionale con i conflitti più gravi: l’Ucraina e il Medioriente. Da qui, come sottolineato già nei discorsi agli ambasciatori, ci sarà la necessità di indicare una via per la pace che però non sia solamente rappresentata dalla sterilizzazione dei conflitti ma una pace capace di difendere i diritti e di restituire giustizia. Il presidente della Repubblica - nel tradizionale intervento registrato di 15 minuti circa e trasmesso a reti unificate - farà anche un riferimento, sia pure breve, al Giubileo. E sempre nella logica dell’approccio diretto verso tutti si soffermerà su diversi argomenti che hanno anche caratterizzato le cronache giornalistiche dell’anno che sta volgendo al termine. Tra questi, la sicurezza e i morti sul lavoro, l’occupazione e il precariato, i giovani, i femminicidi.
Il presidente dovrebbe fare anche riferimento ad altri temi che ha mostrato in più occasioni di avere molto a cuore, come la questione dell’astensionismo elettorale e la necessità della partecipazione come sale della democrazia.
Nella tradizione culturale e religiosa del Capo dello Stato, non mancheranno, sia pure in un periodo non facile, note di ottimismo e di speranza.
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