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Processo Open Arms, la Lega pronta a scendere in piazza se Salvini sarà condannato

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, all'inaugurazione dell'aeroporto Salerno-Costa d'Amalfi, da oggi operativo con i primi voli, 11 luglio 2024. ANSA / Massimo Pica

La Lega è con il suo leader. E se Matteo Salvini venisse condannato nel processo Open Arms che venerdì si chiuderà a Palermo, il partito scenderà in piazza. Nessuna mobilitazione in Sicilia - colpa del flop dell’ultima volta, a ottobre, e dell’impegno con la Manovra nelle stesse ore a Montecitorio - ma alcuni gazebo saranno allestiti sabato e domenica a Roma e Milano. Meglio attendere la sentenza, insomma. Poi si vedrà. Di sicuro il vicepremier sarà a Palermo venerdì. E’ accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito, da ministro dell’Interno, lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla ong Open Arms e rimasti in mare 19 giorni, nell’agosto 2019. Per lui il pm ha chiesto sei anni di carcere.

Sul verdetto, non circola ottimismo nel partito. A bassa voce molti temono comunque una condanna, anche se più lieve di 6 anni. E reagiscono con amarezza al pensiero, per il segnale di debolezza che l’eventualità darebbe al governo più che al partito.

Lo spirito più battagliero è incarnato dai colonnelli del segretario. In testa Andrea Crippa, uno dei vice di Salvini. Fedele al suo stile agguerrito e senza peli sulla lingua, rimarca: «Un’eventuale condanna sarebbe un fatto gravissimo, una condanna all’intero popolo italiano, al Parlamento e quindi al governo eletto direttamente dai cittadini». Crippa quindi annuncia: «Tutto il partito è pronto alla mobilitazione in caso di condanna». Niente di più, ma finora è esclusa un’iniziativa a Palermo anche per ragioni di collegamenti con l’isola e complice il clima natalizio.
Ma la preoccupazione risuona anche al Senato. Se ne fa portavoce Marco Dreosto. Con un inciso, parlando di immigrazione e forse approfittando della presenza della premier Giorgia Meloni in Aula (ha riferito sul prossimo Consiglio europeo), il senatore attacca: «È scandaloso, lo ripeto scandaloso, che un ministro della Repubblica sia portato a processo per aver fatto il proprio dovere. Difendere i confini non è un reato, è un dovere e un atto di responsabilità». E la vicinanza - assicura - non è solo come leghisti, ma come italiani. Poco dopo, la premier si associa e ribadisce «la solidarietà di tutto il governo» provocando l’applauso del centrodestra. Tutti in piedi, senatori e i ministri presenti.

A fare il tifo per lui anche Andrea Delmastro di Fratelli d’Italia: «Sono convinto che terminerà con un’assoluzione, una condanna sarebbe un fatto molto grave». E il sottosegretario alla Giustizia aggiunge: «Ho sentito una requisitoria del pm e mi è sembrata un proclama da centro sociale più che una requisitoria».

Salvini non è in aula al momento degli applausi. Arrivato a inizio seduta, ci è rimasto pochi minuti. Ma l’abbraccio dei suoi l’ha testato a Bruxelles, con il sostegno degli eurodeputati leghisti e dei Patrioti che si sono messi in posa con la maglietta «Colpevole in stile Wanted». E a Roma, incontrando parlamentari e collaboratori la sera prima. Cena per i tradizionali auguri di Natale in un’enoteca a pochi passi dal Pantheon. Clima tranquillo, ma stavolta l’umore è meno festaiolo e incerto.

Parecchi raccontano che il segretario è apparso «determinato come sempre». Per altri, è abituato a non piangersi addosso e camuffa bene. Inevitabile il peso di una condanna e l’effetto (anche solo mediatico) sul governo Meloni. Da qui la strategia che la comunicazione del partito starebbe pensando in caso di condanna, immaginando un profilo alla Trump e sperando forse nello stesso effetto iconico che ad esempio ha avuto l’attentato subito dal presidente Usa, utili poi a fini elettorali. Salvini a voce avrebbe ribadito ai suoi la necessità di un partito meno diviso e la speranza di un 2025 senza elezioni, per consentire al governatore veneto Luca Zaia di andare avanti ed esserci per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina.

3 Commenti

Lucia

19/12/2024 00:28

Non è chiaro chi dovrebbe scendere in piazza in Sicilia. Ha creato un armata Brancaleone di mercenari della politica, alcuni dei quali anche sotto processo. Potrebbe chiedere ai suoi 5 ministri lombardi o a Vannacci di scendere in piazza in Sicilia...

Tano

19/12/2024 00:44

Personaggi

Fred

19/12/2024 09:42

Se dei politici scendessero in piazza per contestare una sentenza sgradita sarebbe un fatto molto grave. Si chiedano piuttosto se è giusto cercare consenso politico sulle spalle dei più deboli come hanno fatto loro in tutti questi anni.

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