
Le donne vittime di violenza e le ragazze madri avranno un punteggio extra che le metterà in pole position per ottenere l’assegno. Così come le chances maggiori andranno a chi ha una famiglia numerosa, composta da almeno 5 membri. Avere un affitto con un contratto regolare potrebbe essere il jolly che farà scavalcare molti concorrenti nella graduatoria finale. E in ogni caso, chiunque otterrà il contributo della Regione, che avrà tre diversi importi, dovrà poi essere impiegato in progetti di lavoro socialmente utile.
Eccolo il bando che fissa i requisiti per ottenere il Reddito di povertà. L’assegno che può valere fino a un massimo di 5 mila euro una tantum per il quale il presidente Schifani ha fatto stanziare nella Finanziaria quater del 2024, approvata a metà novembre, 30 milioni. Suscitando all’inizio le perplessità di Fratelli d’Italia per una misura che ricorda il Reddito di cittadinanza introdotto dal governo Conte e abolito dalla Meloni.
Assegni di tre importi
L’assessore alla Famiglia, Nuccia Albano, ha completato ieri la stesura del testo e lo ha inviato alla giunta per l’approvazione, prevista fra mercoledì e giovedì della prossima settimana. Le novità rispetto alle anticipazioni filtrate nelle scorse settimane sono tantissime e di enorme peso. La prima è senza dubbio la decisione di graduare l’assegno. Dunque non saranno tutti contributi da 5 mila euro ma ci saranno tre target: il massimo, appunto 5 mila euro, andrà a chi in graduatoria si piazzerà con più di 30 punti. Chi otterrà fra i 20 e i 30 punti avrà 3.500 euro. Quanti invece non andranno oltre i 20 punti otterranno un assegno di 2.500 euro.
Almeno 10 mila beneficiari
Ciò permette alla Regione di quantificare in almeno 10 mila le famiglie che verranno beneficiate dal contributo voluto da Schifani. Se si fosse dato il massimo a tutti, il budget da 30 milioni sarebbe stato sufficiente per 6 mila famiglie. Parcellizzando la spesa, si potrà crescere fino a 10 mila.
I punteggi per la graduatoria
Dunque non sarà un click day ma saranno decisivi i requisiti indicati dalla Albano nel bando. E sono di quattro tipi. Il primo è ovviamente il reddito e funziona in modo decrescente: chi dichiara di più avrà meno punti e quindi meno speranze di ottenere il contributo più alto. Nel dettaglio: con un reddito (certificato dal modello Isee) compreso fra 0 e 1.500 euro all’anno si avranno 8 punti. Se ci si attesta fra i 1.501 e i 3.500 euro all’anno si otterranno 6 punti. La fascia che dichiara fra i 3.501 e i 5 mila avrà solo 4 punti.
Il secondo requisito è quello del numero di figli. Una famiglia di un solo componente avrà un solo punto, due punti se è composta da due membri, 3 punti se si sale a tre familiari e così via fino ai livelli più alti che corrispondono a 8 punti per un nucleo di 8 componenti e 9 punti per qualsiasi gruppo familiare che sia composto da più 8 membri. Inoltre ogni figlio minorenne vale 2 punti.
I requisiti che possono fare la differenza sono quelli che riguardano la casa in affitto con contratto regolare (3 punti) e l’essere una ragazza madre o vittima di violenza o vedova con figli (5 punti). Il bando indicherà che a parità di punteggio verrà posizionata più in alto in graduatoria la famiglia con un numero maggiore di figli.
Ai lavori socialmente utili
Il bando preciserà che «i soggetti che si trovano in posizione utile in graduatoria, saranno saranno destinati ad attività socialmente utili, tenuto conto del loro stato psico-fisico, in base ad intese con i comuni di residenza».
I tempi
Il bando verrà gestito dall’Irfis, che si occuperà della piattaforma informatica a cui inviare le domande e della graduatoria. Con l’approvazione della giunta, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è prevista fra fine gennaio e febbraio. Poi ci sarà un mese di tempo per le domande e dunque i primi assegni dovrebbero essere erogati in primavera. Per Schifani «questa proposta, che sarà discussa collegialmente dalla giunta, rappresenta un passo importante per sostenere le famiglie siciliane più fragili. Non è un click day, ma un processo selettivo equo, pensato per garantire che le risorse arrivino a chi ne ha più bisogno. Abbiamo deciso di affidare la gestione all’Irfis, la nostra Finanziaria, che ha già dimostrato in passato rapidità ed efficacia nella gestione di misure analoghe. Non è un reddito di cittadinanza, ma un contributo una tantum, strutturato in modo da fornire un aiuto concreto e immediato, utilizzando i beneficiari anche in attività socialmente utili a favore dei Comuni».
Gli altri aiuti in arrivo
E potrebbe non essere l’unico contributo indirizzato alle fasce povere. Nella Finanziaria per il 2025 che l’Ars sta per approvare c’è un emendamento, presentato da Marianna Caronia (Noi Moderati), che prevede la creazione del nuovo «Fondo Sicilia - Sezione specializzata per il sostegno finanziario alle famiglie», presso l’Irfis, con una dotazione iniziale di 4 milioni. «Questo fondo - spiega la Caronia - mira a rispondere alle difficoltà economiche derivanti dal costante aumento del costo della vita offrendo prestiti senza interessi per un massimo di 15.000 euro, rimborsabili in cinque anni con un periodo di pre-ammortamento di 18 mesi».

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4 Commenti
Mario
14/12/2024 07:53
E’ triste osservarlo, ma purtroppo l’ISEE non è per nulla indicativo della verità e presta il fianco ad una montagna di imbrogli. In Italia, ed al sud in particolare, il lavoro nero è un fenomeno di massa che riguarda milioni di famiglie. Un vero esercito di artigiani, commercianti, falegnami, elettricisti, meccanici, sarti, muratori che guadagnano anche quattro volte un bidello di scuola, ma hanno un ISEE a zero. Troppo frequente il lavoro nero e troppo facile è intestare il SUV e la la bottega alla nonna (rigorosamente fuori dallo stato di famiglia). Per poi beccarsi, da un altro lato, una sfilza infinita di bonus, esenzioni ticket, redditi di cittadinanza. E non lo vede solo chi non lo vuole vedere. E è impossibile controllare (perché formalmente hanno le carte a posto). E’ tutto un sistema sbagliato.
Corrado
14/12/2024 20:11
Condivido quello che dice, non è facile scoprire certi fasi ISEE, solo durante i sporadici controlli, ma sono una goccia nel mare del lavoro nero, sono mai stati effettuati controlli nei mercati storici di Palermo e mercatini, tanto per cominciare, NO, vuol dire che c'è una volontà politica, sono migliaia di consensi elettorali, sia amministrativi che regionali
Framan
15/12/2024 10:48
Ottima la previsione di vincolare l'erogazione del sussidio all'espletamento di lavori socialmente utili. Ciò consentirà, tra l'altro, di evitare che coloro i quali svolgono un lavoro in nero, usufruiscano indebitamente dell'assegno di povertà. Senza questa previsione, il sussidio farebbe la stessa fine del reddito di cittadinanza, il cui gigantesco abuso è stato possibile, grazie all'eccessiva facilità con la quale era possibile ottenerlo.
Marco
17/12/2024 21:13
Con il reddito di cittadinanza era previsto i Puc, progetti utilità collettiva, però quasi tutti i grandi comuni non li hanno attivato per paura di avere nuovi precari, vedi Palermo con i PIP, pochi piccoli comuni li hanno attivato, non penso che faranno diversamente, prima viene il consenso elettorale
Fabio Cavallaro
24/12/2024 14:09
Mmm... Quindi uno che non ha lavoro, ha un isee di 4500€, perché ex percettore di reddito di cittadinanza, o grazie al padre deceduto riceve in eredità una quota della casa dove vive sua madre, con 2 figli, senza contratto di affitto.. non arriverai mai a superare i 20 punti. Quindi una tantum di 2500€, circa 200€ al mese per essere obbligati a lavorare per il Comune come lavoratore socialmente utile. Bene, quindi invece di fare assunzioni si sfrutta la gente per una paga di 200€ al mese. Domanda; e se uno dopo avere preso il reddito, trovasse lavoro??? Cosa dovrebbe fare, restituire tutto??? Oppure non può lavorare perché sfruttato dal comune per 200€ al mese???
Mirko
29/12/2024 01:23
Avrebbero fatto meglio a non finanziare nulla. In primavera i primi assegni. Politici meritate l'estinzione