Pensioni dei regionali, 5 euro di aumento: per le minime non si supererà la quota di 8 euro mensili
Il prossimo 27 gennaio il bonifico che riceveranno dal Fondo Pensioni Sicilia sarà, per i regionali, molto più pesante del solito: probabilmente di qualche centinaio di euro. Ma sarà anche un caso unico, frutto di una congiuntura che avrà un effetto dopante sull’assegno di quiescenza, perché in realtà l’aumento che ogni anno viene stabilito in questi giorni per compensare la crescita dell’inflazione si rivelerà a febbraio di pochi euro al mese. In qualche caso non supererà neppure i 5 euro. L’aumento vale lo 0,8% mensile Il direttore del Fondo Pensioni, Filippo Nasca, ha firmato il decreto che permette di applicare anche in Sicilia le aliquote fissate dal governo nazionale per la cosiddetta perequazione, cioè per il recupero dell’inflazione. E per questo motivo Nasca ha precisato nel decreto che riguarda i 19.845 regionali in pensione che «la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione per il 2024 è determinata in misura pari a +0,8%, salvo conguaglio da effettuarsi in sede di perequazione per l’anno successivo». Il conguaglio unico varrà il 5,4%È un meccanismo complicato. Che funziona così. Il 27 gennaio il Fondo Pensioni erogherà la prima busta paga del 2025 e applicherà un aumento forfettario dello 0,8% per compensare il recupero dell’inflazione. Poi nel corso dell’anno verrà calcolato il reale peso dell’inflazione e nella prima busta paga del 2026 verrà dato il conguaglio, cioè la differenza fra lo 0,8 erogato mese per mese e la vera percentuale». Questo meccanismo vale anche per il 2024. E dunque nella prima busta del 2025 ci sarà il conguaglio dell’anno che sta per chiudersi. Nel caso della differenza maturata nel 2024, scrive Nasca nel decreto, la percentuale è abbastanza alta, il 5,4%, e dunque anche l’assegno del prossimo 27 gennaio sarà di importo molto sensibile. Pensioni basse, 8 euro in piùFin qui le percentuali. Che calate nella realtà del mondo pensionistico della Regione assumono valori molto bassi. Bassissimi. Qualche esempio: per una pensione che vale circa mille euro l’aumento mensile da febbraio in poi varrà circa 8 euro (cioè 104 annui) e per una pensione di circa 2 mila euro l’aumento varrà ovviamente il doppio. Se si sale fino ad assegni di quiescenza da 2.500 euro al mese l’aumento vale 20 euro. La fascia compresa fra i 1.000 e i 2.500 euro al mese è quella in cui si iscrive la maggior parte degli ex funzionari della Regione. In realtà però più cresce l’assegno base, meno viene rivalutata l’inflazione perché il meccanismo è a scaglioni invertiti. Significa che il massimo aumento (0,8%) va alle pensioni minime mentre via via che il valore sale l’aumento decresce. Per le pensioni che valgono più di 3 mila euro al mese l’aumento forfettario è dello 0,6% (a cui si aggiungerà poi il conguaglio nel gennaio del 2026). La protesta dei sindacatiQuesti importi sono stati molto contestati dai sindacati. Proprio la scorsa settimana Cgil e Uil sono scesi in strada per protestare contro la legge di Stabilità che sta prendendo forma a Roma. La richiesta è di spostare finanziamenti sulle pensioni per aumentare le minime. Eventualità che coinvolgerebbe anche quelle erogate agli ex regionali dal Fondo Pensioni. La mappa dei pensionati Nell’attesa le carte allegate al decreto di Nasca si sono trasformate in una fotografia della galassia dei pensionati della Regione. Il totale degli ex funzionari e dirigenti in quiescenza è di 19.845. Le donne sono poco più degli uomini: 10.400 a fronte di 9.445. Il valore medio delle pensioni alla Regione è di 3.125 euro lordi al mese, cioè 40.635 euro all’anno. Le «pensioni ai superstiti», più note come assegni di reversibilità, valgono molto meno: mediamente 2.049 euro al mese. Il numero dei pensionati negli ultimi anni è vertiginosamente cresciuto per effetto delle politiche che dal 2015 hanno spinto verso prepensionamenti che hanno portato almeno 5 mila fra funzionari e dirigenti fuori dalla Regione. Inoltre - spiegano dagli uffici del Fondo Pensioni - l’età media di chi è rimasto in servizio si è innalzata.