I compensi dei presidenti delle più importanti società partecipate verranno più che triplicati. È una delle misure previste nel pacchetto di emendamenti alla Finanziaria che ieri il governo ha annunciato in commissione Bilancio all’Ars. Le più importanti poltrone di sottogoverno valgono oggi 35 mila euro all’anno e dal 2025 invece il compenso per i presidenti toccherà quota 120 mila. L’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino, ha spiegato durante una pausa dei lavori in commissione che il piano è quello di rendere appetibili incarichi che oggi portano con sé grandi responsabilità alle quali non corrisponde un compenso adeguato. Ciò si traduce in un cospicuo ritocco dell’ingaggio destinato ai presidenti delle partecipate di fascia A, quelle con maggiore personale o portafogli e mission più pesanti. E dunque a passare da 35 mila a 120 euro all’anno saranno il capo della Sas Mauro Pantò (espressione della Dc), la presidente dell’Irfis Iolanda Riolo (fedelissima di Schifani), il numero uno di Sicilia Digitale Francesco Cascio (area Forza Italia), la guida dell’Ast Alessandro Virgara, il presidente della Seus 118 Riccardo Gabriele Castro, il vertice di Airgest Salvatore Ombra. Ma soprattutto, in vista del rinnovo degli incarichi di sottogoverno fissato a gennaio, si aprirebbe una partita più allettante nella maggioranza. Ieri il governo ha precisato che il meccanismo allo studio prevede una riduzione dei compensi fissi per aggiungere due parti variabili - una connessa al solo incarico di amministrazione delegata e un meccanismo premiale per chi raggiunge obiettivi misurabili - così da raggiungere il tetto massimo di 120 mila euro. Il governo ha anche difeso durante il voto in commissione una delle norme più delicate della Finanziaria, quella che prevede il rifinanziamento del piano che porterà alla stabilizzazione della quota restante dei Pip di Palermo. Sul piatto Palazzo d’Orleans ha messo 41 milioni e 200 mila euro che serviranno a pagare gli stipendi di chi non avrà il posto fisso e anche quello di chi verrà stabilizzato. In più la norma prevede che i Pip oggi impiegati in dipartimenti o enti regionali possano restare al loro posto. Anche se questo passa da una procedura che porterà i datori di lavoro a diventare soci (seppur minoritari) della Sas. Ciò perché formalmente sarà la partecipata a dare il posto fisso, smistando poi i lavoratori agli enti soci. I lavori in commissione hanno portato finora alla presentazione di oltre 500 emendamenti. L’appello del governo a limitare l’ostruzionismo e le misure di aumento della spesa non ha trovato terreno fertile. All’Ars è opinione diffusa che nel corso dell’esame in aula arriverà il maxi emendamento con le mance per i collegi elettorali, anche se stavolta potrebbero essere filtrate dai Comuni con un meccanismo che assegna il budget al sindaco e quindi rinvia a un secondo passaggio amministrativo il ruolo da assegnare alle associazioni. È una manovra sulla quale anche la pentastellata Roberta Schillaci invita a valutare al di là del caso Auteri: «Non abbiamo pregiudizi nei confronti delle associazioni. Quelle meritevoli andrebbero finanziate ma con bando pubblico e criteri fissati dalle commissioni dell’Ars. Servono regole certe e trasparenza. Ci sono organizzazioni che svolgono funzioni importanti, penso ai comitati paralimpici e alle associazioni sportive dilettantistiche che si occupano dei disabili per il loro avviamento allo sport». Nel frattempo però sia maggioranza che opposizione moltiplicano le proposte che fanno lievitare le spese. La neo deputata di Noi Moderati, Marianna Caronia, ha presentato una proposta che introdurrebbe un secondo aiuto agli indigenti dopo il reddito di povertà: è costruito come un prestito che i beneficiari saranno chiamati a restituire a rate senza interessi e dopo un anno e mezzo dall’averlo percepito. Il budget previsto è di almeno 6 milioni. Forza Italia e Lega hanno presentato proposte che puntano ad aumentare l’impiego e dunque lo stipendio degli operai forestali e prevedono la stabilizzazione dei precari dei consorzi di bonifica. Fratelli d’Italia spinge per aumentare i budget a favore dei due aeroporti che controlla dal punto di vista manageriale, Trapani e Comiso. Il neo capogruppo leghista Salvo Geraci ha presentato emendamenti che faranno crescere la spesa di una trentina di milioni. Uno in particolare prevede che la Regione rimborsi ai sindaci i costi sostenuti per abbattere le case abusive quando non sia possibile recuperarli dai proprietari degli immobili.