Medici che rifiutano il posto malgrado abbiano vinto il concorso, altri che lasciano l’incarico attratti dalle sirene di ospedali pubblici e privati. All’Inail è scattata l’emergenza per lo svuotamento dei principali ambulatori. Un allarme che in Sicilia ha numeri perfino più elevati di quelli già critici che si registrano a livello nazionale. Al punto da mettere a rischio l’erogazione dei servizi dell’Istituto nato per assistere e assicurare i lavoratori infortunati.
In Sicilia è rimasto vuoto il 35% dei posti di medico di primo livello e l’Istituto ha solo 6 primari sugli 8 che rappresentano la soglia minima. Inoltre, secondo i sindacati e le associazioni dei medici, lo spopolamento dei reparti, che è frutto soprattutto della fuga dei medici più giovani, sta provocando un innalzamento enorme dell’età media. È il caso soprattutto di quella dei primari: «Al punto che - calcolano le principali sigle di categoria - nei prossimi 12-24 mesi molti pensionamenti non saranno rimpiazzabili e l’intera regione rischia seriamente di non poter garantire le prestazioni agli utenti. Queste anche oggi vengono erogate solo grazie al sacrificio del personale sanitario che viaggia quotidianamente da una sede all’altra».
La crisi dell’Inail nasce da lontano. E non riguarda solo la Sicilia. Anzi è una emergenza che ha già mobilitato la protesta in tutta Italia: «Il problema principale - ha spiegato ieri Gabriele Norcia, medico legale dell’Inail e segretario nazionale dell’associazione dei medici dell’Istituto - è che il contratto applicato a noi non è lo stesso in vigore per chi lavora negli ospedali pubblici, nelle Asl e soprattutto nelle cliniche private. Ciò provoca ormai da un po’ un esodo verso queste strutture. In pratica, chi ha vinto un concorso non prende il posto o lo lascia presto mentre chi è già in servizio migra sempre più frequentemente in strutture dove è meglio retribuito».
Le differenze di stipendio sono enormi. L’associazione dei medici Inail ha calcolato che «solo sulla retribuzione base si tratta di oltre diecimila euro all’anno. E poi c’è da considerare il peso delle parti variabili della busta paga, sulle quali ci sono differenze altrettanto sensibili». Per questo motivo è in corso a livello nazionale il tentativo di equiparare i due contratti rendendo così di nuovo appetibile il posto all’Inail: ci sono degli emendamenti che deputati di maggioranza hanno già agganciato alla legge di Stabilità nazionale.
Nell’attesa che questa trattativa arrivi al traguardo i numeri più recenti fotografano la crisi dell’Inail: l’ultimo concorso bandito metteva in palio 200 posti, ne sono stati assegnati solo 160 e alla fine appena 132 medici hanno realmente accettato l’incarico. I posti rimasti vacanti verranno messi in un altro concorso, anche se il rischio è che il risultato finale non cambi.
Anche per questo motivo maturano dubbi sull’utilità di bandire concorsi in questo momento. E intanto, segnalano i medici in servizio in Sicilia, i carichi di lavoro per compensare i vuoti d’organico sono aumentati significativamente. E il timore è che questo comprometta l’erogazione dei servizi.
Ieri non è stato possibile avere un commento dai vertici siciliani dell’Inail.
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