«Ribadiamo le nostre preoccupazioni sulle priorità e sugli strumenti previsti da questo piano che ci allontano da agli obiettivi dell’economia circolare, della decarbonizzazione e della riduzione delle emissioni climalteranti al 2030. Si continua, infatti, a ribaltare l’ordine di priorità previsto dalla gerarchia di gestione dei rifiuti, privilegiando oggi e nei prossimi anni le operazioni di smaltimento in discarica e, in futuro, in inceneritori, di rifiuti potenzialmente riciclabili anziché favorire la riduzione e la prevenzione della produzione dei rifiuti, il riutilizzo e il riciclaggio». Lo dice Legambiente Sicilia commentando il piano regionale dei rifiuti.
«Nel piano sono previsti sia ampliamenti delle discariche per oltre 9 milioni di metri cubi, sia la costruzione di due impianti di incenerimento per lo smaltimento di oltre 600 mila tonnellate di rifiuti che ingesseranno per i prossimi decenni i sistemi di gestione della raccolta differenziata e aggraveranno i costi di smaltimento con evidenti riflessi sulla tariffa. È scritto nero su bianco che il conferimento negli inceneritori non sarà gratis per i comuni e i cittadini, ma avrà un costo superiore a 250 euro per tonnellata. Insomma, rischiamo di passare dalla padella - quella delle discariche - alla brace - quella degli inceneritori», aggiunge Legambiente che annuncia la propria adesione alla Rete per Sicilia Pulita e la presenza, il 27 novembre, al presidio davanti alla presidenza della Regione per il no agli inceneritori e alle mega discariche.
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