In Sicilia si va verso la proroga dei commissari delle ex Province fino ad aprile (c’è chi si sbilancia e parla del 27 di quel mese) e il blocco delle elezioni di secondo livello già indette dal presidente Schifani per il 15 dicembre. Di giorno si cuce e di notte si scuce, verrebbe da dire, perché quella dei vecchi carrozzoni è una tela di Penelope, pure ingarbugliata. Una sola cosa sembra scontata: il centrodestra vuole portare i cittadini a scegliere i propri rappresentanti: sarà quindi una corsa contro il tempo per approvare tra martedì e mercoledì prossimi, in commissione Affari istituzionali, il disegno di legge che ripristina il voto diretto, sconosciuto ai più fino a qualche giorno fa. Solo così si scongiurerebbe il rischio di andare alle urne a dicembre. Il problema non è politico ma di tempi troppo stretti. L’altro ieri sera, infatti, la conferenza dei capigruppo ha stabilito il calendario: per evitare l’esercizio provvisorio l’Ars dovrà approvare la legge di Stabilità entro il 23 dicembre. Dal 7 novembre inizierà quindi la sessione di bilancio, in cui si possono discutere solo le norme di natura finanziaria. Ecco perché il testo sulle Province dovrebbe avere il disco verde in Aula entro il 6. Un servizio completo di Giuseppina Varsalona sul Giornale di Sicilia in edicola oggi