Mercoledì 16 Ottobre 2024

La sanatoria per condonare 200 mila costruzioni in Sicilia, in aula si amplia l’area del «sì»

L’Ars riapre i battenti oggi per il voto sulla riforma degli enti locali, che si annuncia combattuto e in grado di spaccare coalizioni e singoli partiti. Ma i più navigati frequentatori di Sala d’Ercole pronosticano che la vera miccia pronta a esplodere sia la legge che recepisce in Sicilia il piano Salva-casa fatto approvare la scorsa primavera a livello nazionale da Salvini. Su questa «leggina» all’apparenza scontata c’è un fronte trasversale che vuole agganciare la sanatoria che salverebbe circa 200 mila abitazioni costruite fra il 1976 e il 1983 perfino sulle coste. Si apre una fase cruciale per l’Ars e per il governo. Palazzo d’Orleans ha chiesto sul Salva-casa una corsia preferenziale. E quindi si prevede che la prossima settimana la norma possa arrivare in aula. Ma Schifani e l’assessore al Territorio Giusi Savarino hanno predisposto un testo blindato, che si limita, come da prassi, a copiare le norme nazionali che per effetto dello Statuto non hanno immediata efficacia in Sicilia. In Parlamento invece la pensano in modo molto differente. Da oltre un anno c’è una norma, già approvata in commissione, che riapre la sanatoria del 1985 e permette di approvare oltre 200 mila domande mai esaminate dai Comuni proprio perché riguardano case sul mare. Violano cioè la legge nazionale che pone un vincolo entro i 150 metri. Agganciata a questa ci sono anche altre mini-sanatorie rimaste nel limbo dell’approvazione già avvenuta in commissione e il mai iniziato esame in aula. E i cui ispiratori sono pronti al blitz la prossima settimana. Il principale sponsor della sanatoria lungo le coste è il capogruppo di Fratelli d’Italia, Giorgio Assenza. Ed ha già annunciato l’intenzione di proporre questa norma come emendamento alle leggina di recepimento del Salva-casa. La Savarino, tra l’altro compagna di partito, ha chiesto di non andare oltre il testo base e di accantonare gli emendamenti, che andranno poi inseriti nella riforma urbanistica da mesi in attesa del voto dell’aula. Ma il caso è niente affatto chiuso. Perché il fronte che chiede di aprire subito il dibattito sulla sanatoria è ampio e trasversale. E pronto a sostenere Assenza. Ieri ha rotto gli indugi il capogruppo della Dc, Carmelo Pace: «Lo dico da ex sindaco di un Comune, Ribera, che ha il problema dell’abusivismo lungo la costa. La Regione non può lavarsene le mani facendo finta che il problema dell’abusivismo non esista. Bisogna dare una risposta a chi ha presentato richiesta di sanatoria. E oltretutto permettere il condono farebbe incassare qualcosa come due miliardi a Regione e Comuni. Io credo che il Salva-casa sia l’occasione per parlare di questi temi gettando il cuore oltre l’ostacolo. Se serve, anche col voto segreto». Pace ha così portato alla luce un fronte trasversale di cui da tempo si fa forza Assenza per chiedere che l’Ars metta al voto la sua proposta. Il capogruppo dei meloniani sa che anche fra i forzisti e i gli altri alleati la proposta ha tanti sostenitori, seppure sottotraccia. La situazione è talmente complessa da mettere in imbarazzo perfino la Lega. La capogruppo Marianna Caronia si dice favorevole alla sanatoria. Ma sa che inserire l’emendamento di Assenza nel testo che sta arrivando in aula è un boomerang, perché metterebbe a rischio anche il Salva-casa. E Salvini ha da tempo fatto sapere ai suoi che questa opzione non può essere mai contemplata. Ecco perché la Caronia si mostra molto cauta: «Non è sbagliato affrontare il tema dell’abusivismo. Ma si facciano le cose con ordine. Partiamo dal Salva-casa e solo dopo trattiamo la riforma urbanistica». È , questa, la posizione anche della Savarino. L’assessore sa che Schifani è contrario alla sanatoria ma spinge per il Salva-casa e lei stessa è convinta che sia la linea da seguire. Lo ha fatto capire anche ieri durante un incontro con sindaci e addetti ai lavori sul cosiddetto Piano territoriale regionale che la Regione sta preparando in attuazioni di una recente legge approvata all’Ars: «Dovevamo alla Sicilia una visione più moderna del territorio, con città più smart, a misura d'uomo, con il verde che diventa protagonista. Una visione in cui si ferma il consumo del suolo e si punta tutto sulla rigenerazione urbana, soprattutto attraverso la riqualificazione di quanto già esiste». In questo clima il Pd sta a guardare e spera che una delle tante micce accese faccia esplodere la maggioranza: «Sulla sanatoria alzeremo le barricate - è l’avvertimento del capogruppo Michele Catanzaro -. Per quanto riguarda invece il Salva-casa ci auguriamo che la maggioranza lo voglia approvare in modo secco. Noi non siamo favorevoli ma aprire le votazioni sugli emendamenti significherebbe creare il caos».

leggi l'articolo completo